"Schiavitù nera? Una scelta": la provocazione di Kanye West
Nuova bufera su Kanye West.
Il rapper americano marito di Kim Kardashian, celebre per non aver paura nell'esprimere le sue opinioni, in occasione della promozione di due album in uscita ha scatenato la polemica con alcune dichiarazioni.
In un'intervista rilasciata al sito "Tmz", in particolare, il rapper ha definito 400 anni di schiavitù per gli afroamericani una "scelta": "Quando senti parlare di schiavitù per 400 anni...400 anni? Suona come una scelta. Sei stato lì per 400 anni ed è tutto per te. È come essere mentalmente in prigione. Mi piace la parola 'prigione' perché la schiavitù sta agli afroamericani come l'Olocausto sta agli ebrei. La prigione è qualcosa che ci unisce come un'unica razza, bianchi e neri, siamo la razza umana".
Immediate le critiche piovute sui social, cui il rapper ha risposto via Twitter: "Per essere chiaro - ha scritto - naturalmente lo so che gli schiavi non sono stati incasinati e messi sulle barche con il libero arbitrio. Quello che penso è che se siamo rimasti in quella posizione, nonostante i numeri fossero dalla nostra parte, significa che eravamo mentalmente ridotti in schiavitù. Ci hanno tagliato le lingue in modo che non potessimo comunicare l'uno con l'altro. Non permetterò che questo accada anche a me". E ancora: "Il motivo per cui ho parlato dei 400 anni, è che non possiamo essere mentalmente imprigionati per altri 400. Abbiamo bisogno di pensieri liberi. Anche la mia dichiarazione ne era un esempio. Ancora una volta vengo attaccato per avere presentato nuove idee".
Già nei giorni scorsi Kanye West aveva suscitato un'ondata di critiche per un tweet di supporto a Donald Trump in cui sottolineava che "non bisogna concordare con Trump, ma la gente non può impedirmi di amarlo, siamo entrambi dragoni di energia, lui è mio fratello".
(Unioneonline/v.l.)