Lo ripete due volte con la sua voce unica, con quel timbro graffiante che ha contraddistinto ogni suo successo: "Morirò sul palco, morirò sul palco". Sembra quasi una promessa quella che Vasco Rossi fa al direttore del Tgr Puglia, Attilio Romita, che lo ha intervistato mentre se "la gode", in "totale relax", a Castellaneta Marina (Taranto), nella Puglia in cui veniva "fin da quando - ironizza Vasco - si chiamava Le Puglie". Del resto, "è qui che ha sentito per la prima volta il vero sapore del pomodoro". Ed è qui che torna ogni estate anche per allenarsi, con "corsette" e qualche pedalata "in bicicletta", a "stare sui palchi". Non è un caso se Vasco Rossi parli di "dimissioni da rockstar" che ha "provato a dare" ma che "sono state respinte" dai suoi milioni di fans. Gli stessi, dice, che quando sono sul palco mi fanno arrivare un'onda "di adrenalina che mi dà una spinta" tale che "io rischio di volare". No, ribadisce, "non ho mai pensato di abbandonare il mondo della musica che è l'amore più grande della mia vita". E non poteva essere altrimenti per chi, come ha decretato la rivista di settore 'Rolling Stone, ha scritto la canzone rock italiana del secolo: 'Siamo solo noi"

. E' "la sintesi perfetta del rock - dice Vasco - che è ribellione e provocazione. Quindi, il concetto che c'è dentro è "l'eterno scontro generazionale tra l'uomo vecchio e quello nuovo". Infine, il rocker regala una chicca rivelando che il titolo della canzone nasce dai rimproveri di sua madre che gli diceva sempre: "Guarda i figli" degli altri, "sei solo te" a essere così. Allora, "a me è venuto in mente", dice, il titolo 'Siamo solo noi, generazione di sconvolti". Un brano di cui, se dovesse riscriverlo oggi, "non cambierebbe neanche una vocale". Infine, una riflessione sui giovani spesso accusati di non avere più valori: "Non è così - assicura Vasco - hanno i loro valori e molte volte non accettano quelli vecchi, e quindi si ribellano; ma ne hanno sicuramente degli altri".
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