Sono trascorsi quattro anni dal giorno in cui una valanga sommergeva l'hotel Rigopiano a Farindola, in provincia di Pescara, uccidendo 29 persone e ferendone undici.

Da un paio d'anni Pietro Valsecchi con la Taodue e Roberto Sessa con la Picomedia si erano fatti avanti con due idee per una fiction, con tanto di sceneggiature scritte e diritti opzionati. Ma i progetti sono ancora nel cassetto.

"Volevamo girare sulla base del punto di vista di un sopravvissuto, Parete, e con il suo libro come piattaforma, ma quando ci siamo accorti della delicatezza del procedimento giudiziario in corso ci siamo fermati - racconta Sessa -. Avevamo opzionato i diritti del libro, ma non li abbiamo esercitati. Troppa paura in giro, tra gli interlocutori".

Sembrava molto vicina a sua volta la realizzazione della fiction targata Valsecchi, tanto che più volte si era incontrato con i familiari delle vittime, "con cui ci fu anche un dibattito acceso".

Aveva predisposto anche una sceneggiatura, ma "lo scoglio iniziale dei familiari è stato duro da superare. Qualcuno pensava che fosse uno sciacallaggio - spiega Valsecchi - e capisco il loro punto di vista. Io pensavo ad un film di denuncia civile, consapevole dell'impegno organizzativo notevole a cui andavamo incontro. Ma se non ci sono le condizioni, meglio non fare nulla. Però la sceneggiatura sta lì, era ben fatta: chissà se un domani non possa essere ripresa, magari ci si può ripensare".

Il processo intanto riprende il 5 marzo e solo da questa data potrà entrare nella fase dibattimentale.

(Unioneonline/D)
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