Diceva Charles Baudelaire che l'artista della modernità è colui che riesce ad afferrare l'attimo che fugge, quindi l'effimero, il contingente.

Visto in questa luce Maurizio Ciaccio, 56 anni, cagliaritano, di professione organizzatore di eventi e talent scout, può considerarsi un artista vero.

È lui (con la sua Venus Dea) il deus ex machina di Miss Italia, il concorso che ogni anno, dal 1939, elegge la ragazza più bella dello stivale.

"Ma sono tornato dopo 22 anni", ci tiene subito a precisare: "Ho gestito il concorso fino al 1995, l'anno in cui Romina Pani vinse la fascia di Miss Italia Moda e conquistò il quarto posto assoluto, e sono tornato, dal momento che l'amicizia con Patrizia Mirigliani non è mai finita".

È già tempo di finale: in piazza Italia a Sassari, stasera alle 21, in diretta su Videolina, per la prima volta va in scena l'evento che assegna la fascia più importante: quella di Miss Sardegna. Passaporto diretto per la finale nazionale di Jesolo del 9 settembre.

Ciaccio, perché Sassari?

"Perché mi piace cambiare, non essere mai banale. Stasera si assegna la fascia di Miss Sardegna e per l'occasione se la contenderanno, come da tradizione, le ragazze che hanno vinto la fascia durante gli appuntamenti precedenti, e altre ragazze selezionate in tutta l'isola. Tutte avranno una cosa in comune: saranno bellissime. Romina Pani presenterà l'evento, ospite d'eccezione sarà Franca Dall'Olio, la prima, storica Miss Italia sarda. Era il 1963, solo venti anni dopo sarebbe arrivata l'affermazione di Alessandra Meloni".

Come è cambiato il concorso, nel corso degli anni?

"È cambiato molto, ma quello che è rimasto intatto è lo spirito: quello che ci porta alla ricerca della bellezza autentica, quella semplice, solare, che è poi uno specchio della bellezza interiore".

Nell'epoca dell'immagine e dei social network ha ancora senso portare in scena una rassegna che seleziona la donna più bella d'Italia? Non bastano i post su Instagram?

"Miss Italia ha ancora un senso, e per due motivi. La bellezza, per essere tale, va valutata, e giudicata: e noi, alla giuria emotiva, ossia al pubblico, affianchiamo una giuria tecnica: a decretare quale sia la ragazza più bella sono persone qualificate ed esperte. Il secondo motivo è legato alla relazione. Nel mondo in cui viviamo lo stare assieme è diventato un fatto virtuale: i ragazzi non parlano, non si confrontano, non dialogano dal vivo, ma solo sui social. Qui le ragazze sono costrette a farlo, ed è un grande valore aggiunto".

Lei seleziona le ragazze sarde: è vero, come spesso si sente dire, che sono le più belle?

"Le più belle non so, di sicuro hanno qualcosa che le distingue: una luce diversa. La luce del sole di quest'isola".

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