I concerti e gli eventi con grande pubblico rischiano di essere messi in ginocchio dal Covid-19. Ma un festival come Dromos cerca di non piegarsi e reagisce.

"È una sfida - osserva l'organizzatore Salvatore Corona - ma ci crediamo e stiamo cercando di salvare la manifestazione". La macchina organizzativa si era già messa in moto poi ci ha pensato la pandemia a scombinare i piani per il tradizionale appuntamento musicale e culturale dell'estate oristanese.

"Il governo non si è ancora pronunciato - va avanti - aspettiamo le decisioni ufficiali e poi cercheremo di adeguarci e di proporre al nostro pubblico i concerti e gli altri appuntamenti". Il festival presumibilmente andrà ripensato alla luce delle norme sul distanziamento sociale che fanno un po' a pugni con i concerti tradizionali, in cui gli assembramenti ci sono sempre stati.

"È la natura stessa della musica, lo stare insieme e il ritrovarsi - ribadisce Corona - per adesso dovremo adeguarci, potremmo pensare a degli spazi più ampi o a contingentare il pubblico. Di certo non vogliamo rinunciare al nostro festival".

Più complessa potrebbe essere la gestione di concerti a pagamento e in spazi chiusi dove il pubblico potrebbe essere dimezzato. Una soluzione potrebbe essere il rinvio della manifestazione all'autunno ma prima di qualsiasi decisione, Salvatore Corona preferisce aspettare le decisioni definitive.

Di certo non sarà un festival in streaming: "Impossibile, non è proprio nelle nostre corde una manifestazione del genere - conclude - sono fiducioso, mi auguro che si possa tornare quanto prima alla normalità e in ogni caso che si possa proporre un festival magari un po' diverso".
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