Enzo G. Castellari, mitico regista di film di genere degli anni '60-'70, è l'attesissimo ospite della giornata conclusiva dello Skepto International Film Festival.

Sabato 6 marzo alle 11.45, all'Hostel Marina di Cagliari (Scalette San Sepolcro), racconterà, insieme a Gianmarco Diana e Luigi Frassetto, gli episodi più interessanti della sua lunga avventura cinematografica, partendo dall'autobiografia, "Il bianco spara!".

Castellari, nato a Roma nel 1938, figlio del regista Marino Girolami, a ottant'anni conserva ancora tutta l'energia e l'entusiasmo che gli hanno permesso di girare una trentina di pellicole, fin da "7 winchester per un massacro" del 1967.

Specializzato in film di genere amatissimi dal pubblico in Italia e all'estero, ha saputo passare dallo spaghetti western ("Vado… l'ammazzo e torno" del 1967) al "poliziottesco" ("La polizia incrimina, la legge assolve" del 1973), dal puro action movie ("Il cacciatore di squali" del 1979) al film post apocalittico ("1990 — I guerrieri del Bronx" del 1982).

Riscoperto dalla critica negli anni duemila, quando i suoi film sono stati ribattezzati cult movie, deve un grande ritorno di fama alle attestazioni di stima incondizionata da parte di Quentin Tarantino, che si è ispirato al suo film di guerra "Quel maledetto treno blindato", per girare "Bastardi senza gloria".

Perché ha scelto di intitolare così la sua autobiografia? "Da ragazzino bazzicavo spesso i set di mio padre. Ricordo una volta in cui stava girando 'Sette ore di guai', il primo film drammatico di Totò. Notai che gli attori avevano camicie gialle ed erano gialle anche le lenzuola. Gli chiesi come mai. 'Il bianco spara!', rispose, alludendo al fatto che, quando si gira in bianco e nero, i riflessi del bianco risultano troppo forti per le riprese, mentre giallo diventa un bianco più piacevole".
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