Il metodo ideato in Sardegna che unisce due mondi solo in apparenza distanti, come la musica e il nuoto, approda nella prestigiosa università statunitense di Harvard nell’area metropolitana di Boston. Lo ha elaborato, nell’ambito del progetto Swim’n Swing, il sassarese Dario Masala, istruttore di nuoto paralimpico e musicoterapista. Gli obiettivi? Migliorare le prestazioni dei professionisti come Filippo Magnini che lo ha già sperimentato e quelle degli atleti con disabilità per abbattere barriere fisiche e soprattutto mentali. Già si nuota in un mare di musica a Sassari, Quartu e Iglesias. Masala è reduce dalla trasferta americana. Ad Harvard, dove è stato invitato per una presentazione ufficiale, il suo metodo ha trovato molti estimatori.

Il metodo sardo sperimentato a Harvard (foto Rais)
Il metodo sardo sperimentato a Harvard (foto Rais)
Il metodo sardo sperimentato a Harvard (foto Rais)

La nuova tecnica

“Mi sono confrontato – spiega Masala -  con ricercatori di altissimo livello. In questo contesto ho ribadito quanto il ritmo e la musica, nello specifico, possano incidere positivamente sul movimento sia in persone con disabilità sia in persone senza disabilità in ambito sportivo. I docenti di Harvard hanno mostrato grande interesse. Nel prossimo mese di settembre verranno in Sardegna per approfondire la conoscenza. Alleno ragazzi con disabilità per migliorare la qualità della loro vita insieme a un team di psicomotricisti, pedagogisti, batteristi, pianisti e musicoterapisti. La musica è uno stimolo e un supporto fondamentale non solo per affinare lo stile natatorio ma anche per abbattere pregiudizi e realizzare desideri impossibili”.

Dario Masala a Boston ha incontrato la ricercatrice italiana Michela Fagiolini che, insieme alle studentesse Francesca Bardi e Francesca Cavicchiolo, sta analizzando la forza del binomio musica-nuoto in vista di una futura concreta applicazione del nuovo metodo negli Stati Uniti. “Il mio laboratorio al Boston Children's Hospital Harvard Medical School, l’ospedale pediatrico più importante degli Stati Uniti – chiarisce Michela Fagiolini -, studia le malattie dello sviluppo del sistema nervoso centrale. In particolare abbiamo indirizzato la nostra attenzione su malattie genetiche rare che colpiscono bambine e bambini nei primissimi anni di vita e causano severi ritardi nello sviluppo motorio, sensoriale e cognitivo. Il nostro lavoro si concentra sull’identificazione dei meccanismi alla base di queste malattie con l’intento di individuare nuove terapie”.

Michela Fagiolini (foto Rais)
Michela Fagiolini (foto Rais)
Michela Fagiolini (foto Rais)

Analisi e studi

Ora l'Università di Harvard osserva con grande interesse il metodo di Dario Masala: “È rivoluzionario e semplice allo stesso tempo. Non avevo personalmente mai visto niente di simile. La sua proposta - aggiunge la ricercatrice -  ha un grande potenziale di applicazione nell'ambito sportivo e nel campo dei disturbi del neurosviluppo. Mira ad un benessere fisico, psicologico e sociale della persona. È un percorso che coinvolge diversi specialisti altamente preparati e stimola i pazienti nel processo di apprendimento, riabilitazione e inclusione sociale”.  Questa nuova frontiera della musicoterapia presuppone l’utilizzo dell’acqua: “L'assenza di gravità e la stimolazione sensoriale rendono l'ambiente acquatico un luogo ideale per lavorare insieme a bambini con disabilità. In questo contesto il progetto di Dario Masala sembra aggiungere il pezzo mancante per creare un ambiente adatto a promuovere lo sviluppo e, non da ultimo, il divertimento. La musica viene creata ad hoc e utilizzata solo in un secondo momento per lavorare sul movimento. Questa è la grande novità: la musica non è più il punto di partenza ma un vestito cucito su misura attraverso il quale il bambino cresce, impara a conoscere sé stesso e si mette in relazione con gli altri”.

Il team

 Anche Elisa Galli, neuropsicomotricista e musicoterapeuta, ha aderito al progetto. “Arrivo in Sardegna da Milano almeno due weekend al mese per seguire il percorso insieme al team. Mi occupo dell’aspetto neuropsicomotorio. L’intervento musicale e ritmico è uno stimolo formidabile per le persone e rende più efficace il movimento. Stiamo raccogliendo dati per mostrare in modo oggettivo quanto sia utile questa tecnica”. Filippo Magnini sostiene con convinzione il nuovo metodo: “Mia mamma è insegnante di musica, con diploma in pianoforte. Ho vissuto in un appartamento pieno di note, conosco la musica e la ritmica. Nuoto da 27 anni, l’acqua è casa mia. Unire i due mondi mi rende molto felice”.

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