La storia delle case da gioco dell’Alghero medievale, argomento trattato nel libro di Giacomo Oppia, dal titolo “La Taffureria -  il gioco d'azzardo ad Alghero nel Medio Evo e nei periodi successivi”, ha attirato l’attenzione dell’autorevole rivista internazionale “Ludica - annali di storia e civiltà del gioco”, edita dalla Fondazione Benetton Studi e Ricerche. 

Nell’ultimo numero, infatti, il professore emerito di Storia Medievale all’università Cà Foscari di Venezia, Gherardo Ortalli, ha curato una lunga e articolata recensione in lingua inglese, analizzando il lavoro dello scrittore algherese. Giacomo Oppia, 82 anni, due lauree, già segretario generale della Camera di Commercio di Sassari e consigliere regionale nell'XI legislatura, ha indagato sulla storia del gioco attraverso i Registri della Procurazione Reale del Capo di Logudoro per mettere in evidenza un singolare e intrigante aspetto della vita sociale della comunità, finora trascurato.

Nel libro viene messa in evidenza l’organizzazione del gioco d’azzardo nel XV secolo nella vila de l’Alguer, attraverso l’arrendamento – così era allora chiamato l’appalto – di una casa da gioco (Taffureria), indicandone i nomi e la professione dei vari gestori (Taffurers), nonché il rilevante prezzo pagato per aggiudicarsi l’appalto, che rifletteva l’importanza e la produttività della casa da gioco algherese, specie se confrontata con i corrispondenti dati di quella di Sassari, rivelatisi notevolmente inferiori, malgrado la presenza in quest’ultima di una popolazione di molto superiore. 

Il libro di Giacomo Oppia offre una chiara panoramica generale a lungo termine, con una sezione centrale particolarmente interessante, che incarna uno studio approfondito e ponderato delle pratiche di gioco nel Tardo Medioevo. La sua documentazione ben scelta e sapientemente utilizzata fornisce preziose informazioni sui processi evolutivi, gli interessi e la natura dei giochi casuali nei loro legami con le istituzioni pubbliche e con il sistema sociale in generale. Da tale punto di vista questo sintetico studio di Alghero è, per molti versi, estremamente utile ed esemplare, sia come storia urbana che come storia della ludicità”, scrive Ortalli. 

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