Giuseppe Sanna Sanna, il primo deputato isolano ad aver posto la Questione Sarda al Parlamento italiano, è stato protagonista del convegno che si è svolto a Villa Zoja di Concorezzo per iniziativa del circolo “Sardegna”, all’interno della festa popolare sarda.

Il politico, nato ad Anela nel 1821 e morto a Genova nel 1874, può ben considerarsi il “padre” della continuità territoriale da e per la Sardegna, come ha sottolineato uno dei relatori all’incontro - dal titolo “Lombardia e Sardegna tra autonomia e federalismo. Giuseppe Sanna Sanna e Carlo Cattaneo” -, Gianraimondo Farina (del Dipartimento di Studi storici e filologici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia), che nel suo intervento ha parlato della figura del deputato anelese, facendo riferimento “all'alto profilo delle sue battaglie, con una sensibilità particolare al  problema dei trasporti”, domandandosi anche come mai su Sanna Sanna si è registrato finora un silenzio “da parte di molti sardi”: “Per lo più – ha chiarito – per ignoranza e non consapevolezza”.

Al convegno ha preso parte anche Emanuele Colombo, docente ordinario di Storia Economica all’Università Cattolica.

“Se da un lato possiamo definire Cattaneo, il ‘grande lombardo’, come il padre del Federalismo europeo, dall'altro lato non possiamo dimenticare la sua profonda attenzione per le minoranze – spiega Farina -. Motivo che lo porterà, fra le altre cose, a studiare e a scrivere, dopo importanti opere a tema lombardo, anche libri aventi ad oggetto la Sardegna. Si tratta, sostanzialmente, di tre opere degne di nota: ‘La terza Irlanda. Gli scritti sulla Sardegna di Cattaneo e Mazzini’, a cura di F. Cheratzu; Carlo Cattaneo, ‘Geografia e storia della Sardegna’; ‘Della Sardegna antica e moderna’, a cura di Assunta Trova. Ebbene è proprio quest'opera a dover destare l'interesse di qualcuno, perché contenente un'importante corrispondenza di Cattaneo con i suoi amici e destinatari sardi. Si tratta di ben 53 lettere scambiate oltre che con i vari Asproni, Satta Musio, Musio, Brusco Onnis e Manca di Mores, anche, nientemeno, che con Giuseppe Sanna Sanna”. Un uomo che “non era semplicemente avvocato e deputato, ma anche giornalista e imprenditore, uomo di pensiero e di azione”.

Perché Sanna Sanna e Cattaneo si scrivevano? “Semplicemente perché il loro comun sentire era unico, affondante nelle radici democratiche e repubblicane risorgimentali del mazzinianesimo, dell'azionismo e aspirante a un sano e vero federalismo. Un federalismo che fosse andato, allora come ora, oltre la mera contingenza del debito pubblico (tema cruciale della politica della Destra storica al governo) per basarsi, invece, sulla solidarietà fra i vari territori di un Paese appena unificatosi. Una lezione che ritorna utile ancora oggi”.

(Unioneonline/s.s.)

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