"Cara Unione,

La recente decisione di alcuni circoli sardi dell'"emigrazione organizzata", soprattutto afferenti al centro Italia, di non celebrare Sa Die de Sa Sardigna fa discutere e certamente contribuisce ad oscurare ulteriormente il verso senso di Sa die, ‘buttando nel dimenticatoio’ il sacrificio di Giovanni Maria Angioy e dei patrioti sardi della sarda rivoluzione, esuli e martiri.

Occasione mancata per parlare della Sardegna e dei suoi problemi, come quello dirimente dei trasporti e della continuità territoriale, per cui non ci vorrebbe solo un giorno, ma bisognerebbe ricordarlo in ogni momento associativo. La stessa motivazione, legata all'aspetto economico e sociale dell'aumento delle tariffe nei collegamenti da e per la Sardegna, peraltro, non regge. E lo scrivo da storico economico che sul tema, proprio quest'anno, ha dedicato innumerevoli articoli, legandoli anche all'impegno politico e parlamentare di Giuseppe Sanna Sanna.

A chi giova questo silenzio? Sembrerebbe che Sa Die de Sa Sardigna si riducesse ad una mera richiesta economica, sminuita del suo più profondo ‘pathos’. La questione della continuità territoriale è certamente centrale argomento della Questione Sarda, cui noi sardi ‘de su Disterru’ teniamo. Tuttavia, in questa sede e in questo momento, evocarla per non celebrare Sa Die, da parte di queste associazioni, mi sembrerebbe come una ulteriore condanna alla marginalità, all'isolamento e all'ignavia nel senso di indolenza e di mancanza di coraggio. Un'altra domanda, poi, mi sorge spontanea anche da giornalista: è mai possibile che il direttivo centrale della Federazione sarda in Italia non sapesse di questa ‘fronda’ creatasi ?

Al contrario ecco che, allora, il gesto e l'iniziativa del nostro circolo ‘Sardegna’ di Monza, non aderente ad alcuna ‘emigrazione organizzata’, assume, ulteriormente, un valore unico. Domenica 24 aprile ha scelto, con altri pochi, una strada diversa: ha ricordato Sa die con l’amica scrittrice siciliana residente a Parigi, Adriana Valenti Sabouret, autrice del libro ‘Madame Dupont’, che racconta l'esilio parigino di Giovanni Maria Angioy, il padre dell'autonomismo e dell'Indipendentismo sardo moderno.

Adriana sta impegnando tutta se stessa nella ricerca della tomba dell'Alternos dopo aver trovato al ‘Pere Lachaise’ quella di don Michele Obino. Il tutto senza alcun sostegno della cosiddetta e conclamata ‘emigrazione sarda organizzata’.

Angioy non aveva certamente, purtroppo, problemi legati alla continuità territoriale e all'innalzamento delle tariffe, visto che l'esilio lo porterà alla morte in povertà e nella dimenticanza, dopo aver perorato la causa della sua terra fino alla fine. Quella causa che trova il fondamento proprio in Sa Die de sa Sardigna, in quel 28 aprile 1794, momento costitutivo della Sardegna moderna che, però, purtroppo, alcuni circoli sardi vogliono ‘silenziare’”. 
 

Gianraimondo Farina

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LA RISPOSTA DI ANGELINO MEREU, presidente dell’Associazione Culturale Sardi in Toscana:

LA RISPOSTA DI TONINO MULAS:

LA REPLICA:

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