Il cellulare in classe: corretto limitarne l’utilizzo
Rischio dipendenza: «Il giovane viene completamente assorbito dal bisogno irrefrenabile di navigare in rete»Gentile direttore,
l’inaugurazione dell’anno scolastico in Sardegna, presenti il Capo dello Stato Mattarella ed il Ministro Valditara, è buona occasione per alcune considerazioni di ordine scientifico a sostegno del divieto di fare uso di cellulari e tablet durante le ore di lezione fino alla scuola media. Le ricerche nel merito confortano questa decisione dimostrando che l’uso eccessivo del cellulare riduce i livelli di concentrazione e attenzione, interferisce con l’apprendimento e con la formazione armoniosa dell’intelligenza. Una recente indagine della fondazione Einaudi sottolinea che negli ultimi 10 anni i disturbi dell’apprendimento degli studenti italiani sono aumentati del 357% e le disgrafie del 163%. Molti ricercatori mettono in relazione questo progressivo deterioramento delle facoltà mentali dei giovani con l’uso non corretto della rete. Oltre a ciò è divenuta sempre più frequente una condizione di grave patologia: la Cyber dipendenza che, come ogni dipendenza, investe la vita in maniera totalizzante. Il giovane viene completamente assorbito dal bisogno irrefrenabile di navigare in rete. Non riesce a farne a meno e, se non soddisfa questo bisogno compulsivo, compaiono disturbi del comportamento, irritabilità, rabbia, pensieri ossessivi, perdita degli interessi, fino a trascurare ogni altro livello della propria esistenza. In linea con le più accreditate tesi di epigenetica secondo cui nel cervello ancora immaturo di un adolescente le esperienze negative lasciano segni indelebili come cicatrici. Inevitabile che ciò interferisca sul modo stesso di pensare. Per fare un semplice esempio il pensiero è superficiale e vi è ben poca inclinazione alla accuratezza e profondità cognitiva, precludendo, in tal modo, la stessa capacità di comprensione del proprio ruolo nel mondo. Un atto di governo che trova conforto non solo in ragioni di ordine pedagogico, ma anche di salute pubblica e che si inserisce nell’ottica di facilitare, nei giovani, scelte di vita più salutari e creative a vantaggio di un migliore futuro per tutti.
Noemi Sanna – Medico psichiatra