I referendum sulla Giustizia e sull'abolizione della legge Severino proposti da Lega e Radicali fanno flop.

Alle 23, ora di chiusura delle urne, l’affluenza è rimasta molto lontana dal raggiungimento del quorum richiesto, pari al 50%+1, fermandosi al 20,95.

Un nulla di fatto che si è intuito sin dalle 12, quando a livello nazionale aveva ritirato le schede con i cinque quesiti nemmeno il 7% degli aventi diritto. E che alle 19 è diventato ancora più concreto, con l’affluenza arrivata a livello nazionale solo al 14,5%.

In Sardegna affluenza ancora più bassa: al 5% a mezzogiorno, al 10,1% nella seconda rilevazione delle 19, con il dato definitivo al 14,5.

Percentuali che rendono dunque un mero pro forma lo scrutinio delle schede (con i sì che sono dati al 70%).

I promotori, tra cui il segretario del Carroccio Matteo Salvini, hanno imputato, sin dalle prime avvisaglie di buco nell’acqua, l’esigua partecipazione alla “scarsa comunicazione” e ai pochi approfondimenti che sarebbero stati dedicati ai quesiti. Al punto da rivolgersi anche, nell’imminenza del voto, a Sergio Mattarella e a Mario Draghi, chiedendo loro di lanciare un appello agli elettori affinché non disertassero le urne.

Idem Silvio Berlusconi, secondo cui i referendum sulla giustizia "sono stati boicottati con il voto in un giorno solo, con il silenzio assoluto su molti giornali e sulla televisione di Stato". 

Il tutto, ha detto il leader di Forza Italia dopo essersi recato al seggio (violando tra l’altro il silenzio elettorale) per assecondare una “volontà precisa di mantenere le cose come stanno" e per colpa del “masochismo” degli italiani “che non vanno a votare e se ne stanno a casa”.

Subito dopo la chiusura delle urne, a Porta a Porta, su Rai1, ha parlato Andrea Ostellari, esponente della Lega, ribadendo il concetto: "L'affluenza ai referendum la registriamo con massima attenzione in relazione al silenzio assordante che non ha aiutato a conoscere quesiti importantissimi. Ma questa battaglia non finisce qui: esamineremo i dati e lavoreremo per costruire una giustizia migliore", ha concluso.

I CINQUE QUESITI PROPOSTI

(Unioneonline/l.f.)

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