Sono molti i medici pediatri che, in questo momento storico, ricevono ricorrentemente domande, da parte dei genitori, sull’opportunità o meno di far vaccinare i propri figli adolescenti.

E se per la fascia di età 12-15 anni le ragazze e i ragazzi dipendono ancora molto dall’opinione dei genitori, nel triennio successivo tendono ad avere le idee più chiare e autonome, tanto da scegliere loro stessi di farsi vaccinare. Pur facendo domande per chiarire alcuni passaggi, sono consapevoli che la vaccinazione è una pratica utile e indispensabile per il loro benessere, quello della loro famiglia e dell’intera società.

A spiegarlo è Anna Maria Bottelli, medico e pediatra. “A me capita spesso di mostrare loro un decalogo diffuso dalla Federazione Italiana Medici Pediatri che i ragazzi leggono attentamente quasi sempre condividendolo. Nel documento viene sottolineata l’importanza del vaccino per evitare una malattia potenzialmente pericolosa per sé e per gli altri, ma anche i pur rari casi di decessi o i ricoveri per complicazioni e/o la conseguenza a distanza (il cosiddetto Long Covid)”.

"Sottolineo che il vaccino evita di interrompere la frequenza scolastica (il periodo in DAD ha creato qualche malcontento) – prosegue la dottoressa – o le varie attività comunitarie, sportive, aggregative, con il rischio di un nuovo isolamento sociale. Temi sui quali i giovani sono molto sensibili”.

A colpire positivamente gli adolescenti, secondo l’esperta, “il fatto che il vaccino per sè evita di contagiare parenti anziani o fragili, compagni di scuola o amici con analoghi problemi e che magari non hanno risposto adeguatamente alla vaccinazione. I giovanissimi si sentono orgogliosi anche di contribuire al controllo della pandemia contenendo la circolazione del SARS-CoV-2 e riducendo il rischio di nuove varianti. Ho inoltre constatato che se i genitori e i nonni, spesso già vaccinati, trasmettono - convincendoli - quel senso di fiducia e di tranquillità tipico del rapporto affettivo, gli adolescenti accettano di farsi vaccinare con maggior serenità e consapevolezza”.

Fra i timori più frequenti dei ragazzi, quello classico della “puntura” o del dolore successivo all’iniezione: in questi casi è “sufficiente tranquillizzarli proprio come si fa con i bambini piccoli attraverso semplici accorgimenti, anche perché la paura dell’ago è legata a una forte emotività poco contrastabile con la razionalità”.

Quanto alle paure dei genitori di ragazzi affetti da asma allergico controllato, da allergie, da celiachia o altre malattie di tipo cronico, “è importante informarsi sui rischi, ma la risposta è ‘sì’ al vaccino per tutti, anche per chi ha avuto reazioni anafilattiche in passato. Oltre a doverlo riferire in sede anamnestica, in questi ultimi casi viene consigliata la pratica vaccinale in ambiente protetto, in modo da intervenire tempestivamente”.

E ancora nessun timore sul fatto che il vaccino contro il Covid possa essere collegato a problemi di infertilità maschile e femminile. “Lo afferma la Società italiana di Pediatria –  spiega Anna Maria Bottelli – sottolineando anche come non sia stato segnalato un aumento significativo di casi di trombosi associato alla pratica vaccinale. E dunque anche chi ha avuto problemi relativi alla coagulazione può essere vaccinato”.

"In alcuni paesi tra cui USA e Israele – prosegue la pediatra – sono stati segnalati, sempre secondo la SIP, casi di miocardite post vaccino Covid-19. Tuttavia sono casi di modesta entità che si sono risolti con le cure mirate”.

"Da parte mia – la conclusione – ritengo poi giusto informare dettagliatamente i ragazzi e le ragazze anche sui più frequenti effetti collaterali indesiderati del vaccino: dolore ed edema nel sito di iniezione, stanchezza, cefalea, dolori artro muscolari, brividi e febbre. Ciò al fine di evitare importanti impegni sportivi o viaggi per quei pochi giorni subito dopo la vaccinazione in cui si consiglia un tranquillo relax. Eventuale unica terapia il paracetamolo o l’ibuprofene per gestire gli effetti di cui ho parlato”.

In sintesi "trattasi di un vaccino sicuro ed efficace i cui benefici sono superiori ai rischi. È quindi consigliato a tutta la fascia adolescenziale e forse – ma non si hanno ancora certezze – per bambine e bambini che frequentano la scuola primaria. Ma di questo ne riparleremo”.

(Unioneonline/v.l.)

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