Dal 6 al 16 novembre Fondazione AIRC pone l’attenzione sull’universo cancro con un ricco programma di appuntamenti per informare il pubblico sui più recenti progressi della ricerca oncologica e raccogliere nuove risorse da destinare al lavoro dei ricercatori. Sabato 12 novembre, in migliaia di piazze, i volontari distribuiranno i Cioccolatini della Ricerca. “Oggi cambiamo il domani” è lo slogan della campagna de I Giorni della Ricerca, per sottolineare la centralità della scienza nel trovare rimedi sempre più efficaci.

Oggi il nostro Paese si mantiene al vertice in Europa per numero di guarigioni: 3,6 milioni di cittadini hanno superato una diagnosi di cancro, con un incremento del 36% rispetto a soli dieci anni fa. Ma è necessario andare avanti, perché in Italia solo lo scorso anno sono stati diagnosticati 377.000 nuovi casi di tumore, più di mille al giorno. Per tale ragione AIRC si sta concentrando sui temi più complessi, come la malattia metastatica e la resistenza alle terapie convenzionali.

Questo il parere del professor Amedeo Columbano, dell’Università di Cagliari: «Recenti studi clinici hanno evidenziato una correlazione tra l’ipotiroidismo, ossia una riduzione dei livelli di ormone tiroideo, e la steatosi epatica non alcolica (NAFLD), una patologia in continuo aumento a livello globale. La NAFLD, caratterizzata da un danno al fegato provocato da un eccessivo accumulo di grassi, rappresenta una condizione che favorisce lo sviluppo del carcinoma epatocellulare (HCC). Sfortunatamente, per questo tumore non esistono, al momento, terapie realmente efficaci. Inoltre, altri studi clinici hanno dimostrato che l’ipotiroidismo possa rappresentare un fattore di rischio per l'HCC, anche indipendentemente dalla presenza della NAFLD».

«Partendo da queste premesse», prosegue il professore, «il progetto portato avanti dal nostro gruppo di ricerca, grazie ai finanziamenti della AIRC, si è concentrato sull’ipotesi che il ripristino dei livelli di ormone tiroideo potesse avere un effetto inibitorio sia nei confronti dell’accumulo di grasso nel fegato, sia nei confronti della crescita delle cellule tumorali. I risultati dei nostri studi a livello sperimentale hanno dimostrato come la somministrazione dell’ormone tiroideo causi una riduzione dell’accumulo dei grassi nel fegato, e anche una quasi totale regressione dei carcinomi epatocellulari».

«Tuttavia», evidenzia Columbano, «poiché i potenziali effetti terapeutici dell’ormone tiroideo sono spesso associati alla sua tossicità, abbiamo rivolto la nostra attenzione allo studio di composti tiromimetici, ossia farmaci sintetici molto simili all’ormone tiroideo, ma privi degli effetti tossici di quest’ultimo. In particolare, uno di questi tiromimetici, il TG68, sviluppato in collaborazione con l’Università di Pisa, ha dimostrato di essere in grado di ridurre sia l’accumulo di grassi nel fegato che i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue. In aggiunta, il TG68 ha anche causato una quasi totale regressione di lesioni precancerose, indotte sperimentalmente. Per concludere, i nostri studi consentono di ipotizzare che l’uso di questo nuovo tiromimetico possa rappresentare una promettente strategia terapeutica per il trattamento di due patologie — la NAFLD e il carcinoma epatocellulare — che al momento non dispongono di efficaci terapie».

Fra i tanti sostenitori celebri della Fondazione, troviamo anche Geppi Cucciari: «Sono al fianco di AIRC da molti anni e mi sono impegnata in prima persona per informare e sensibilizzare il pubblico sull’importanza della ricerca e sul valore assoluto della prevenzione (no fumo, alimentazione corretta, attività sportiva regolare e sottoporsi a esami e screening consigliati). In questi anni ho avuto al mio fianco tanti ricercatori e ho conosciuto persone che hanno affrontato la malattia. Credo sia importante far conoscere le loro storie per dare concretezza ai progressi della ricerca e speranza a chi si trova oggi a dover affrontare una diagnosi».

Luca Mirarchi

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