Secondo recenti indagini, ogni due ore in Italia un bimbo viene ricoverato per un'infezione da rotavirus, che ha particolare diffusione soprattutto nel periodo invernale e che porta, come conseguenze, a diarrea acuta (nel 48% dei casi), grave debilitazione e disidratazione (nel 29% dei casi) e vomito (nel 12% dei casi). In particolare, il rotavirus è "la causa più comune di diarrea e vomito in età pediatrica, in particolare nei neonati e nei bambini sotto i cinque anni di età".

Quello che in molti non sanno, però, è che per prevenire il quadro, temibile soprattutto nei più piccoli, esiste la vaccinazione.

A spiegarlo saranno gli esperti riuniti in un incontro dal titolo "Proteggere i più piccoli dalle infezioni: la prevenzione vaccinale e le difese contro il rotavirus", appuntamento in programma a Cagliari martedì 7 novembre nella sede de "L’Unione Sarda" (alle 17, piazza Unione Sarda).

"In Sardegna la vaccinazione in forma attiva e gratuita è prevista secondo il recepimento del 'Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2018' a decorrere dal gennaio 2018 - ricorda Gabriele Mereu, Presidente per la Sardegna della Società Italiana di Igiene e fra i relatori dell'incontro - e si prevede entro il prossimo anno il raggiungimento di una copertura del 60%, per poi arrivare al 75% nel 2019 ed al 95% dal 2020 in poi.

Nel corso dell'appuntamento cagliaritano, realizzato con il supporto non condizionante di Gsk, a rispondere alle domande dei partecipanti accanto a Mereu saranno anche Giuseppe Masnata, Presidente della Sip (Società Italiana di Pediatria - Sezione Sardegna) e Giorgio Pusceddu, referente vaccini della Federazione Italiana Medici Pediatri - Fimp per la Sardegna.

"L'aver contratto il virus non dà un’efficace protezione contro la malattia, anche se le infezioni che si contraggono negli anni successivi e in età adulta tendono a presentarsi in forma più leggera", precisa Masnata. "Nei bambini piccoli, la gastroenterite da Rotavirus può, in alcuni casi, provocare una grave forma di diarrea associata a disidratazione che richiede il ricovero in ospedale e può progredire rapidamente ed essere fatale in assenza di un adeguato trattamento medico di supporto, come spesso accade nei Paesi in via di sviluppo".

Una volta entrato nell'organismo, al virus servono circa due giorni di incubazione perché emergano i primi sintomi: febbre lieve-moderata, disturbi allo stomaco, vomito e diarrea acquosa. Complessivamente, la malattia dura in media 3-8 giorni. Le comuni norme igieniche, come il lavarsi le mani, diminuiscono la trasmissione dell'infezione. Ma ovviamente la vaccinazione è fondamentale. "Esistono condizioni di maggior rischio, come il basso peso alla nascita, lo scarso titolo anticorpale, la lunga ospedalizzazione, la presenza di eventuali malattie e il minore tasso di allattamento materno", spiega Mereu. "Il vaccino in uso è l'arma più efficace per la prevenzione delle infezioni da rotavirus. Si tratta di un vaccino a virus vivi e attenuati che per praticità viene somministrato in associazione al vaccino esavalente ed antipneumococco al 3° e 5° mese. Esiste anche un vaccino a tre dosi ma non utilizzato nel calendario della Regione Sardegna".

(Redazione Online/v.l.)
© Riproduzione riservata