Non bisogna perdere tempo. Quando si parla di psoriasi, l'importante è arrivare presto alla diagnosi perché negli anni anche la psiche, oltre alla pelle, può soffrire. Secondo uno studio tedesco capita a quasi otto persone su dieci che soffrono di forma moderata e severa, che interessa più o meno il 10 per cento dei circa due milioni e mezzo di italiani che fanno i conti con questa malattia della pelle e non solo.

L'epidemia di Covid-19 certo non aiuta, anche per l'aderenza alle cure che pure sono sempre più specifiche anche per le forme più complesse. Ma non bisogna dimenticare che la cosa fondamentale è essere seguiti a dovere. Purtroppo non sempre è così. I dati scientifici mostrano che solo 50.000 psoriasici in Italia sono in cura presso i circa 190 centri specializzati. Il 10 per cento attende anni prima di rivolgersi ad un medico, (alla faccia della precocità della diagnosi), il 45 per cento si rivolge al medico di famiglia, meno di un paziente su due va dallo specialista. E allora?

Allora bisogna soprattutto parlare di questo quadro, da parte di chi ne soffre, per aiutare gli altri. È la proposta della Campagna “Psoriasi visibile-impatto invisibile” sostenuta da Amgen in partnership con ADIPSO - Associazione per la Difesa degli Psoriasici, ADOI - Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani, e SIDeMaST - Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmissibili. Chi fa i conti con il quadro può condividere le esperienze di convivenza con la malattia, seguendo le indicazioni nell'apposita area del sito della campagna (impattoinvisibile.it): una giuria selezionerà la storia che ispirerà la graphic novel che racconta il vissuto emotivo del paziente, tradotto sulla carta in emozioni e sentimenti dalla matita di Sergio Algozzino.

La psoriasi si associa ad uno stress cronico e modifica la routine quotidiana del paziente con un effetto negativo sulla qualità della vita e un peggioramento della stessa psoriasi. Lo stigma, l'isolamento sociale e la solitudine, che si sono aggravate in questo periodo di emergenza sanitaria da COVID-19, possono peggiorare lo stress e l'ansia. E parlarne è d'aiuto, per se stessi e per gli altri. Sempre. Anche con una splendida storia che diventa fumetto.

Federico Mereta
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