«È una delle cose più belle che il sistema sanitario possa offrire a un paziente». Così riflette il professor Massimo Madonia, primario del reparto di Urologia a Sassari, poche ore dopo i due interventi gratuiti di protesi del pene realizzati insieme alla sua équipe. «I primi avvenuti in questa città». E compiuti su due pazienti, un 60enne e un 58enne, affetti da deficit erettile in seguito a un’operazione chirurgica di tipo demolitivo. «Avevano subito due prostectomie radicali a fini oncologici e senza risparmio dei nervi».

Nessuna possibilità quindi di recuperare una sfera sessuale con l’ausilio di farmaci. «L’ultima chance per loro era sottoporsi a una protesi di tipo idraulico e tri-componente». Dove il principio risiede nell’impianto di due cilindri di silicone all’interno dei corpi cavernosi dell’organo sessuale, di una cisterna posta sull’addome e di una pompa innestata a livello della borsa scrotale. «Al momento del coito - spiega il professor Madonia - dovranno azionare quest’ultima convogliando l’acqua nei cilindri procurandosi così l’erezione». Ma anche la flaccidità, una volta concluso l’atto, ritrasferendo la soluzione fisiologica sterile nella cisterna.

«Si tratta di un sistema idraulico a circuito chiuso che lascia inalterata la sensibilità del paziente, così come la possibilità di avere un orgasmo». Un meccanismo dunque, sintetizza Madonia, «che mima quello che avviene in condizioni normali».

Appena un’ora e mezza per l’impianto del congegno, invisibile agli occhi sia dell’uomo che della partner. «Facciamo un’incisione di 3 cm di cui non rimarrà traccia». In apparenza quindi un intervento semplice ma i cui costi, 25/30 mila euro in media, non sono certo alla portata di tutti. «Grazie però a un accordo con l’Aou, che si fa carico delle spese, riusciremo a impiantare 17 protesi annuali, ognuna delle quali può durare oltre i 12 anni». Dando così una risposta alle tante persone che ne fanno richiesta, costrette all’impotenza perché, ad esempio, neurolesi oppure diabetici gravi. «Ci sono però anche ultra 90enni in salute, come ho visto di recente, che si sottopongono all’operazione ma, per ovvi motivi, non accederanno alla possibilità che offriamo».

Per Madonia, siciliano di Augusta, il campo di azione in ambito andrologico è quello legato in particolare alle patologie oncologiche. «Una volta al mese vado a Enna per fare da tutor in questo tipo di operazioni, essendo un esperto di chirurgia robotica e laparoscopica». Recuperando quella sicilianità sfumata da 20 anni di permanenza a Sassari e in Sardegna. «Una terra di cui sono follemente innamorato tanto che vi ho fatto nascere i miei quattro figli». E dove continua a incrociare le competenze ipertecnologiche della sua professione con la capacità umana di approcciare il paziente. «Un tempo chiedergli della sua sfera sessuale era tabù, oggi è obbligatorio. E allora si apre un mondo sommerso».

Emanuele Floris

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