Un'analisi a cinque anni dello studio Ca209-004 di fase 1, il più lungo monitoraggio sino ad oggi effettuato con riferimento alla combinazione di due molecole, nivolumab e ipilimumab, in pazienti con melanoma avanzato precedentemente trattati o non trattati, ha dimostrato che in tutti i pazienti, dopo quattro anni o più, i tassi di sopravvivenza globale sono stabilmente al 57%.

Il tasso di sopravvivenza globale, tre anni dopo la sospensione della terapia, è invece pari al 56%.

I dati sono stati presentati al congresso Asco (American Society of Clinical Oncology) di Chicago da Bristol-Myers Squibb. "Questi ultimi risultati forniscono ulteriore supporto al razionale scientifico nel lungo termine per la combinazione di nivolumab e ipilimumab nel trattamento del melanoma avanzato - ha affermato Arvin Yang, Development lead Melanoma and Genitourinary Cancers, Bristol-Myers Squibb -. Continueremo a monitorare la combinazione in questi pazienti, perché ci fornirà un gran numero di valide informazioni scientifiche sull'impatto della terapia immuno-oncologica in questa popolazione".

IL MELANOMA - Il melanoma è una forma di tumore della pelle caratterizzata dalla crescita incontrollata di cellule che producono il pigmento (melanociti), localizzate nel derma. Il melanoma metastatico è la forma più mortale della malattia e si manifesta quando il tumore si diffonde oltre la superficie della pelle ad altri organi. Il melanoma è per la maggior parte curabile quando viene trattato agli stadi più precoci, tuttavia, i tassi di sopravvivenza risultano quasi dimezzati se sono coinvolti i linfonodi regionali.

(Unioneonline/v.l.)
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