Il termine mal di schiena racchiude al suo interno diverse condizioni, che possono essere classificate seguendo il “percorso” della colonna vertebrale. Le più frequenti sono la lombalgia, che colpisce l’area lombare, e la dorsalgia, che riguarda invece l’area dorsale.

I dolori a carico della zona cervicale, teoricamente sempre parte della colonna vertebrale, vengono più spesso declinati come fastidi al collo o alla parte bassa della testa.

La struttura della colonna

La lombalgia è certamente la tipologia più diffusa, sperimentata da circa otto persone su dieci nel corso della propria vita. Per comprendere tale disturbo occorre considerare l’anatomia della colonna vertebrale, una struttura composta da segmenti ossei - le vertebre - separate da articolazioni semimobili, conosciute con il nome di disco intervertebrale, che hanno il compito di assorbire e ridistribuire uniformemente le sollecitazioni di carico. Con il passare del tempo le proprietà di questi elementi vanno a decrescere, portando a una degenerazione. Questo fenomeno riguarda buona parte dei casi di lombalgia. Ciò che avviene è una degradazione progressiva degli amino-zuccheri: ciò provoca una diminuzione del contenuto idrico e la riduzione dell’elasticità dei dischi, dando così origine a pesanti ricadute sul nostro benessere.

Il dolore alla schiena è dunque dovuto, oltre ai problemi muscolari, anche alla degenerazione di questi dischi, che perdono via via le loro caratteristiche essenziali. Si generano inoltre delle irritazioni nelle diramazioni sensitive, che possono far sì che il dolore, dalla regione lombare, raggiunga altre zone del corpo: dai fianchi ai glutei, fino alle gambe.

La lombalgia può essere acuta - durata inferiore alle sei settimane, con episodi come il colpo della strega - oppure cronica, con un dolore che impatta sulla qualità della vita quotidiana del paziente, limitato anche nelle azioni più comuni.

I fattori anagrafici

Come sottolineato dagli esperti, la degradazione dei dischi intervertebrali è anche legata a un fattore temporale: più il soggetto invecchia più è a rischio di peggioramento.

Generalmente, le zone più colpite sono quelle tra la quarta e la quinta vertebra lombare e tra la quinta vertebra lombare e la prima vertebra sacrale.

L’anzianità, comunque, non è l’unico fattore di rischio: possono infatti verificarsi problemi anche nel corso dell’adolescenza o dell’età adulta.

Le altre patologie

Il mal di schiena può però anche essere il campanello d’allarme di altre cause o patologie, talvolta gravi. Il dolore, infatti, può essere provocato da diversi problemi, come disturbi ginecologici, aneurisma dell’aorta e alcuni tumori; oppure può avere un’origine psicosomatica, come lo stress. Un fenomeno, quest’ultimo, che si sta diffondendo in misura sempre maggiore e che colpisce pure i più giovani, spesso preoccupati per il lavoro o la famiglia. Per questo motivo, quando il dolore del mal di schiena è forte, è necessario dare il via alla catena degli accertamenti, passando dal medico di famiglia per poi essere indirizzati allo specialista.

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