Quando si parla di Hpv o Papilloma Virus viene di frequente in mente il tumore del collo dell’utero, che effettivamente è spesso causato dalla presenza di questa famiglia di virus, composta in realtà da oltre duecento diversi genotipi.

La maggior parte degli Hpv genera lesioni benigne, come verruche o infezioni genitali, che possono regredire spontaneamente. Quando l’Hpv è ad alto rischio oncogeno, tuttavia, si finisce per sviluppare un tumore.

Le infezioni

L’infezione da Papilloma virus può dunque avere effetti molto diversi in base al tipo o alla famiglia a cui il ceppo appartiene. Generalmente, il virus di questa famiglia tende a replicarsi sfruttando le cellule di cute e mucose, generando una iperplasia (una crescita eccessiva) che provoca formazioni come condilomi e papillomi, spesso ricoperte da uno strato di cheratina. I tipi più pericolosi di Hpv sono quelli che provocato lesioni a evolutività maligna in alcune zone del corpo: vie respiratorie superiori (laringe, faringe, lingua, tonsille, naso palato) o ai genitali maschili e femminili. Questi ultimi si dividono in due sottogruppi: ad alto o a basso rischio oncogeno. I primi determinano la progressione delle lesioni in tumori, mentre i secondi danno vita a lesioni genitali con ridotta capacità di evoluzione maligna e alta capacità di regressione.

Diagnosi e incidenza

L’infezione da Hpv è molto più comune di quanto si possa pensare: si stima che l’80% delle persone sessualmente attive la contragga almeno una volta nel corso della vita e meno dell’1% degli infettati, pur con un tipo di Hpv ad alto rischio oncogeno, sviluppi lesioni neoplastiche. Se un’infezione persiste per anni in corrispondenza della cervice uterina si può finire per sviluppare un tumore, anche se si tratta di una condizione molto rara tra le pazienti sotto i trent’anni, con l’organismo che riesce a combattere il virus in oltre il 90% dei casi. Alla diagnosi clinica di infezione da Hpv si arriva grazie a una visita dello specialista ginecologo o dermatologo, che può rivelare la presenza delle tipiche lesioni mucosali o cutanee. Per arrivare alle diagnosi di alterazioni citologiche o istologiche provocate dall’Hpv si deve, invece, procedere con un pap test o con un esame in grado di rivelare la presenza di Dna virale. Si possono anche effettuare delle biopsie a carico delle mucose generali grazie al colposcopio, che permette una visualizzazione dettagliata dei tessuti esaminati.  I sintomi variano in base alla tipologia di infezione: i segni più comuni dell’infezione a basso rischio sono le verruche e i condilomi, mentre nei ceppi ad alto rischio si manifestano con modificazioni asintomatiche delle cellule e dei tessuti.

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Prevenire il papilloma con la vaccinazione

La prevenzione dall’infezione del Papilloma virus ruota attorno a due concetti fondamentali: vaccinazione e attenzione ai comportamenti sociali. Riuscire a seguire alcune semplici regole può essere utile: se si è in aree comuni (docce, spogliatoi, piscine), mantenere sempre i piedi puliti e asciutti, indossare scarpe o ciabatte, non usare asciugamani e accappatoi in comune. Quanto ai condilomi genitali, possono essere evitati diminuendo i rapporti a rischio utilizzando il preservativo. Bisogna però ricordare che l’utilizzo del profilattico non annulla la possibilità di contagio, visto che non riesce a coprire del tutto le aree di contatto.  

La profilassi

Il discorso cambia quando si parla di vaccinazione. Da oltre 25 anni, infatti, è disponibile il vaccino per la prevenzione dell’infezione da Hpv, che protegge la cervice uterina dai ceppi di Hpv oncologicamente più aggressivi, oltre che dall’infezione di quelli a basso rischio ma con una maggiore capacità di infettare. Si tratta di un vaccino a base di proteine finalizzate allo stimolo della risposta immunitaria, che non contiene materiale genetico e non può infettare le cellule, né tantomeno replicarsi. La sua efficacia dipende dalla somministrazione anticipata rispetto al contatto con l’Hpv e per questo motivo è somministrato generalmente prima dell’attività sessuale. Dal 2018, in Italia questo vaccino è previsto nella schedula vaccinale per maschi e femmine ed è somministrato gratuitamente a partire dagli undici anni. Si procede con una vaccinazione a due dosi, la seconda tra i 5 e i 13 mesi di distanza dalla prima. Dai 15 anni in su, il vaccino può essere anche somministrato in tre dosi, con la seconda ad almeno un mese dalla prima e la terza almeno tre mesi dopo la seconda. Il ciclo deve essere concluso in un periodo di un anno: meglio se prima dell’inizio dell’attività sessuale. Bisogna tenere presente che l’infezione da Papilloma virus rappresenta il fattore di rischio più importante associato al tumore della cervice uterina: circa 40 dei genotipi di Hpv è predisposto a proliferare nel tratto genitale.

I trattamenti

Le lesioni causate da Hpv talvolta spariscono spontaneamente, senza trattamento, solo grazie all’azione del sistema immunitario, anche se è un procedimento che può richiedere fino a 12-24 mesi. Anche quando le verruche scompaiono, il virus può rimanere silenziosamente presente nell’organismo. Se le lesioni persistono, diventa necessario intervenire. Le verruche cutanee possono essere trattate con soluzioni topiche a base di sostanze iperacidificanti, con creme ad azione antivirale oppure con la rimozione chirurgica a livello locale. I condilomi genitali vengono generalmente vaporizzati con la diatermocoagulazione o con trattamenti laser o a base di creme immunostimolanti. Le lesioni precancerose della cervice sono rimosse con asportazioni selettive del collo dell’utero, il cui scopo è mantenere inalterate le possibilità riproduttive e la capacità di portare al termine fisiologico una gravidanza. Quando le lesioni degenerano in tumore dell’orofaringe, queste formazioni vengono rimosse chirurgicamente, mentre tumori di dimensioni superiore richiedono il ricorso alla chemoterapia o alla radioterapia.

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L’origine e i sintomi: i rapporti intimi sono tra le cause

L’infezione genitale da Papilloma virus è trasmessa essenzialmente tramite i rapporti sessuali: può avvenire, però, anche con un contatto fisico, se ci sono cellule virali attive e sono presenti tagli, abrasioni o lacerazioni di pelle e mucose. Si ritiene che le persone con un sistema immunitario vulnerabile siano più esposte. L’infezione può anche essere provocata dal contatto, in ambienti comuni (docce, piscine, spogliatoi, ecc), con superfici o asciugamani utilizzati da soggetti portatori della malattia. Alcuni fattori aumentano il rischio di contagio: la compresenza di infezioni sessualmente trasmissibili; un sistema immunitario debole; obesità; un’alimentazione non equilibrata; fumo di sigaretta. Esistono poi anche fattori di rischio relativi al tumore della cervice uterina, generato dalla presenza di infezione da Papilloma virus; un inizio precoce, già durante la prima adolescenza, dell’attività sessuale; la promiscuità sessuale; avere partorito molte volte oppure durante l’adolescenza; avere avuto infezioni da clamidia o herpes simplex, favorite da una scarsa igiene personale; l’utilizzo prolungato nel tempo di contraccettivi orali (per periodi superiori ai cinque anni). 

La maggior parte delle lesioni generate da Hpv risultano asintomatiche, anche se, in alcuni casi, le verruche possono causare fastidio, prurito al contatto con gli indumenti intimi o anche un semplice stato di disagio. Le lesioni si manifestano generalmente come piccole escrescenze, a volte a grappolo, con una forma che ricorda quella di un cavolfiore: altre volte sono invece piatte e possono anche raggrupparsi.

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