Una normale risposta del nostro organismo può diventare un problema cronico: è il caso dell’ansia, una sensazione di allerta e preoccupazione generata dagli avvenimenti della vita quotidiana, anche i meno rilevanti.

Si tratta di un meccanismo di risposta conosciuto fin dai tempi antichi, un disturbo che può assumere forme diverse e molto più frequente di quanto riportino gli studi in merito, considerando che si tratta di una condizione che in numerosi casi non è diagnosticata in quanto sottovalutata dai diretti interessati, nonostante presenti anche dei sintomi “fisici” che non possono essere ignorati a lungo. Secondo uno studio condotto nel 2021 dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Università di Genova e Pavia e dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, a complicare ulteriormente lo scenario relativo ad ansia e depressione nel nostro Paese ha contribuito in maniera notevole l’avvento della pandemia di Covid-19: oltre il 40% degli intervistati ha riportato un peggioramento dei sintomi ansiosi durante il lockdown, con un deterioramento della qualità della vita manifestato da condizioni come l’alterazione del ciclo del sonno in più del 30% dei soggetti.

I sintomi

Esistono numerosi campanelli d’allarme dell’ansia: il più comune è l’aumento del flusso del sangue al cuore e ai muscoli, che predispone all’attacco o alla fuga.

I problemi sorgono quando lo stato ansioso si manifesta in momenti inappropriati - quindi non in relazione a un pericolo -, in maniera così frequente, intensa e duratura da interferire con la vita quotidiana di una persona. In questi casi l’ansia si trasforma in una patologia e si manifesta attraverso altri sintomi caratteristici. Per esempio, a livello fisico si notano spesso respiro affannoso, vertigini, intensa sudorazione e battito cardiaco accelerato, che può associarsi a tremore e nausea. Uno dei comportamenti classici dei soggetti che soffrono d’ansia è cercare di evitare luoghi e situazioni che generano i sintomi: viene definito “fenomeno di evitamento”, ma finisce per condizionare la vita del paziente tanto quanto l’attacco ansioso in sé.

Le tipologie

I disturbi d’ansia si manifestano in maniera diversa. Sotto forma di disturbo d’ansia generalizzato, per esempio, che può generare uno stato di irrequietezza o tensione psichica costante; oppure di attacchi di panico e disturbo da panico. Gli attacchi di panico sono brevi periodi di estremo malessere, ansia o paura che si manifestano all’improvviso e sono accompagnati da sintomi fisici ed emotivi: i più comuni sono dolore toracico, senso di soffocamento, vertigini, nausea e respiro corto. Si parla invece di disturbo da panico quando gli attacchi di panico si manifestano con frequenza e si vive nella preoccupazione quasi costante di soffrirne di nuovo: per questo motivo vengono messi in atto tutta una serie di comportamenti - che possono anche impattare in maniera notevole sulla vita quotidiana - per cercare di evitare questa evenienza.

I trattamenti

I disturbi d’ansia devono essere trattati con attenzione e su più fronti, senza pensare che possa essere una condizione da sottovalutare o che possa svanire da sola. Si ricorre quindi al trattamento della causa (se possibile), per poi affidarsi alla psicoterapia, alla farmacoterapia e all’eventuale trattamento di altri disturbi attivi. Gli specialisti hanno le conoscenze necessarie per distinguere i disturbi d’ansia dall’ansia che si manifesta nelle malattie mentali, per la quale si adottano, ovviamente, altri approcci terapeutici.

Se la causa è un’altra patologia medica o l’utilizzo di una sostanza psicoattiva (l’abuso d’alcol si accompagna spesso alla comparsa del disturbo d’ansia), i medici intervengono sulla causa e non sui sintomi. In ogni caso, lo stato d’ansia, quando la cura è impostata correttamente, tende a diminuire di intensità dopo il trattamento della patologia fisica o dopo un tempo sufficiente perché i sintomi di astinenza dovuti alla sospensione di una sostanza si riducano di intensità. Se il disturbo persiste, si prosegue allora ricorrendo ai farmaci e alla terapia comportamentale.

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