In Sardegna, dopo mezzo secolo, torna a registrarsi un caso di colera, che ha contagiato un pensionato di Arbus, ricoverato a Cagliari.

La notizia ha destato preoccupazione. Ma di cosa si tratta? Ecco le risposte alle principali domande. 

COS’È – Il colèra è una tossinfezione dell'intestino tenue da parte di alcuni ceppi del batterio gram-negativo, a forma di virgola, Vibrio cholerae o vibrione.

TASSO DI MORTALITÀ - Se i pazienti affetti da colera vengono trattati rapidamente e correttamente, il tasso di mortalità è inferiore all'1%, con un leggero aumento nei bambini. tuttavia, senza trattamento, il tasso di mortalità sale al 50-60%.

I SINTOMI – «Il principale sintomo è la diarrea “acquosa”, che in caso di infezione si manifesta in maniera molto frequente», spiega ai microfoni di Videolina Goffredo Angioni, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. «L’infezione – prosegue Angioni – può essere accompagnata da vomito, mentre la febbre in genere è quasi sempre assente».

COME SI CONTRAE – Il colera, prosegue Angioni, è «altamente contagioso» e si contrae per via oro-fecale. «In alcuni Paesi dell’Asia – dove il sistema fognario non è adeguato - è endemico, soprattutto in India. Dunque si può contrarre durante viaggi in quelle zone». Da noi, invece, le infezioni sono «sporadiche» e i principali imputati sono i frutti di mare non adeguatamente cotti, che possono ospitare il batterio del vibrione.

PREVENZIONE – La prevenzione passa soprattutto dall’igiene, a cominciare dal lavaggio delle mani e degli alimenti. E poi dal consumo di frutti di mare solo dopo opportuna cottura

(Unioneonline/l.f.)

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