Influenza australiana, l’infettivologo: «Letalità importante e rischio encefaliti, importante vaccinarsi»
«Malattia molto seria e che può arrivare al sistema nervoso centrale. Fondamentale proteggersi»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Abbiamo già visto nell'altro emisfero, dove l'inverno arriva prima del nostro, che l'Australiana è una malattia molto seria con molti casi, più di 15 milioni e con molte ospedalizzazioni, quindi su questo dato evidentemente dobbiamo temere che anche in Italia ci sarà una forma influenzale particolarmente grave. Ci dobbiamo aspettare una numerosità di encefaliti superiore a quella che abbiamo registrato negli anni scorsi». Così Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali, a margine dell'incontro organizzato da Pfizer per la presentazione della campagna "Abituati a proteggerti", per sensibilizzare sull'importanza della vaccinazione contro le infezioni respiratorie, in particolare tra gli over 60 e le persone con patologie croniche. «Ricordiamoci che comunque in Italia mediamente ogni anno muoiono tra le 5.000 e le 15.000 persone per l'influenza, quindi evidentemente quando ragioniamo di una forma particolarmente grave come potrebbe essere l'Australiana, ci dobbiamo attendere una letalità che risulta essere particolarmente importante e quindi la vaccinazione diventa fondamentale».
La protezione vaccinale rimane un valido alleato. «Il vaccino anti-influenzale ogni anno viene formulato in funzione di quello che ha circolato e che ci aspettiamo circolare anche in Italia. È bene ricordare che tutti i virus influenzali possono arrivare al sistema nervoso centrale quindi in grado di dare encefaliti anche molto gravi e molto rilevanti. Più la forma influenzale è grave più osserveremo un numero più alto di casi con interessamento del sistema nervoso centrale».
«Spesso dopo gli inizi promettenti della campagna, ci accorge che in realtà la vaccinazione stenta a decollare. Occorre ricordare che il vaccino è la prima arma di prevenzione che abbiamo a disposizione. Quest'anno si teme però che non sarà una campagna alla quale aderiranno moltissime persone, ci aspettiamo una vaccinazione di basso profilo. Speriamo che le persone comprendano l'importanza di proteggersi», ha aggiunto Andreoni. Per l'infettivologo, «siamo tutti potenzialmente a rischio di contrarre un virus respiratorio. La compresenza di questi virus durante la stagione fredda aumenta il rischio di infezioni multiple, complicando i quadri clinici e causando un significativo sovraccarico del sistema sanitario. La prevenzione attraverso la vaccinazione, insieme a un monitoraggio epidemiologico costante, diventa quindi cruciale», conclude.
(Unioneonline/v.l.)