Per salvaguardare lo stato di salute del cavo orale esistono diverse azioni preventive: avere buona cura dei propri denti e gengive, lavarsi i denti e passare il filo interdentale, limitare l’uso di alcol ed evitare il consumo di tabacco. «Il trattamento odontoiatrico, allo stato attuale, può vantare un consolidamento delle conoscenze che si manifesta nelle procedure che permettono di conservare un dente in condizioni estreme e avere una prognosi più prevedibile e, allo stesso tempo, nella possibilità di riabilitare arcate edentule in un modo che sia attento all’estetica e funzionale, grazie a tecniche di implantologia e al ricorso a protesi sempre più affidabili e rapide nell’esecuzione, complice l’avvento prepotente e affascinante del digitale».

Passi avanti di rilevo in questa branca della medicina che sono stati messi in risalto da Elisabetta Cotti - professore di Odontoiatria all’Università di Cagliari e direttore di Odontostomatologia all’Aou di Cagliari - nel corso di “15 minuti con…”, la trasmissione di approfondimento sulla salute dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, in collaborazione con il gruppo Unione Sarda, condotta dal giornalista Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e relazioni esterne dell’Aou.

«Nonostante questo», prosegue Cotti, «nell’immaginario collettivo spesso si sottovaluta l’importanza delle cure odontoiatriche per quanto riguarda la salute globale dell’individuo. Il caso che fa scuola è l’ascesso acuto dei mascellari che normalmente deriva da un’infezione dentale trascurata e che nei casi più severi, oltreché nelle persone più fragili, può mettere a serio rischio la vita stessa del paziente. Tanto è vero che, nelle nostre strutture di Pronto soccorso, vediamo ancora molti ricoveri causati da patologie di questo tipo. La presenza di infezioni di origine dentale a carico dei mascellari costituisce, inoltre, un fattore di rischio, ossia quello di incorrere in complicanze osteomielitiche serie in tutti quei pazienti che assumono terapie con farmaci prescritti per il riassorbimento osseo».

«Spostando l’attenzione su situazioni più complesse», sottolinea il medico, «si è constatato che esiste un’associazione tra le infezioni dentali croniche (quindi prevalentemente asintomatiche) e il rischio cardiovascolare, così come risulta un’associazione stretta bilaterale con il diabete. Un certo livello di ricerca clinica sta valutando anche seriamente l’impatto delle infezioni croniche di vecchia data con le patologie reumatiche. Ultimo, ma non ultimo per importanza, finalmente si è stabilito, a livello internazionale, che le condizioni dentali dei pazienti sono importantissime per la qualità di vita di una popolazione che invecchia e che può vivere a lungo in buone condizioni — in misura direttamente proporzionale alla quantità dei denti che si possiedono, o, in caso di edentulismo parziale o totale, alla presenza e qualità del restauro protesico che compensa questa mancanza».

Luca Mirarchi

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