Fra le novità pronte a riservarci la primavera, che per la terza volta ci vede fronteggiare l’epidemia da Covid-19, ci sarà probabilmente la possibilità di somministrare il vaccino ai bambini nella fascia dai 6 mesi ai 5 anni.

Se dunque due anni fa affrontavamo l’inizio del lockdown, e lo scorso assistevamo a una speranzosa “fioritura” di primule fucsia, ornamento degli hub vaccinali, ora la nuova speranza è nella possibilità di andare a proteggere dalla pandemia anche i più piccoli.

Negli Stati Uniti, dove i piccoli malati di Covid sono oltre dieci milioni, la Pfizer ha chiesto l’autorizzazione alla FDA (Food and Drug Administration) per il suo vaccino.

E in Italia, con picco proprio nelle ultime settimane, negli ospedali pediatrici sono aumentati i ricoveri dei malati di Covid.

"La Società Italiana di Pediatria – spiega la pediatra Anna Maria Bottelli – riferisce di un incremento notevole in questo ultimo periodo, che spinge i nuovi casi nei bambini dal 24% al 30% in una sola settimana. Nel dettaglio: il 18% dei contagi è diagnosticato sotto i 5 anni, il 44% nella fascia 5-11 anni, il 38% nella fascia 12-19”.

"Pur non volendo suscitare allarmismi – prosegue l’esperta – anche tra i bambini il rischio di casi gravi da trattare magari con un ricovero protratto o addirittura in terapia intensiva, è da tenere presente. Anche le conseguenze post Covid non sono da sottovalutare, il cosiddetto ‘long Covid’ con sintomatologia variabile da cefalea a stanchezza, da mancanza di capacità concentrativa a diffusi dolori artromuscolari o altro che possono perdurare mesi, rendendo difficile la quotidianità”.

E purtroppo, aggiunge ancora Bottelli, il Covid non risparmia nessuno. “Se all’inizio della pandemia i bambini sembravano esclusi, ora, a causa di Omicron, variante notoriamente contagiosa, anche l’età infantile ne è coinvolta. È questo il messaggio per i genitori a cui vorrei comunque rivolgermi con parole rassicuranti e convincenti. È utile continuare a diffondere l’importanza della copertura vaccinale in età pediatrica, che ha visto purtroppo un rallentamento nella fascia 5-11, quella proposta a dicembre 2021. È opportuno mantenere alta la guardia a qualunque età e continuare ad estendere il vaccino”.

"Il sistema immunitario dei bambini risponde peraltro molto bene – chiarisce l’esperta – : pensiamo a quante dosi di vaccini vengono inoculate sotto i 5 anni e come vengono ben tollerate, grazie a un organismo - per l’età - particolarmente recettivo e responsivo. Prima di essere messo in commercio il vaccino viene testato in numerosi trials clinici onde valutarne sicurezza ed efficacia. Non si sperimenta nulla, come purtroppo vogliono far credere le fake news”.

Quando l’Ente regolatore italiano (Aifa) darà l’approvazione, sarà pronto un vaccino 0-5 anni a un dosaggio di 3 microgrammi (un decimo rispetto a quello degli adulti) da somministrare 2 volte – per ora –, ma forse una terza dose è prevedibile.

“Ciò eviterà quei ricoveri che, soprattutto nel primo anno di vita, possono provocare insieme ai vari disagi anche il ritardo nell’applicazione del calendario vaccinale, oppure il dover rimandare visite di controllo, bilanci di salute o altre valutazioni. Ricordiamo che – conclude l’esperta – sempre nel primo anno di vita, l’incontro con virus vari può portare a quadri a volte severi come la bronchiolite o la broncopolmonite. Il virus respiratorio sinciziale (VRS) è stato in causa in questi ultimi mesi e, se associato al Covid, rende più problematica e a rischio l’evoluzione della malattia”.

(Unioneonline/v.l.)

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