Per i soggetti allergici è fondamentale capire quale specie è responsabile delle punture: ciò consente un intervento mirato da parte dei medici nel caso si inneschi una reazione. Generalmente, infatti, non è richiesto alcun trattamento, ma se l’animale finisce per provocare gonfiore alla gola, alla bocca o alla lingua - tre situazioni che possono limitare le funzioni respiratorie - un intervento repentino può fare la differenza.

Gli animali con il pungiglione

Il rischio maggiore di reazione allergica si verifica in caso di punture di animali con pungiglione, mentre il pericolo è minore con le specie “ematofaghe”: in questa categoria non sono comprese solo le zanzare, ma anche le pulci, le cimici dei letti, i tafani, i pappataci, le zecche e le mosche cavalline. Gli animali ematofagi sono quelli che pungono per nutrirsi di sangue e lasciano generalmente sulla pelle irritazione e prurito: in genere iniettano un anticoagulante in modo che il sangue affluisca più facilmente. L’irritazione deriva dalla risposta immunitaria a questa sostanza.

Differente l’azione di api e vespe, che usano il pungiglione come arma di difesa quando percepiscono un pericolo. Questi animali iniettano il veleno all’interno o sotto la pelle; il dolore è immediato e genera una sensazione di scottatura dolorosa. Le vespe sono in genere molto aggressive e possono colpire anche senza aver percepito un pericolo, mentre le api solitamente pungono quando vengono allontanate con mani e piedi oppure pestate involontariamente.

Il pungiglione delle api resta all’interno della pelle a causa della sua forma seghettata e rilascia il veleno per oltre un minuto, mentre quello delle vespe non rimane nel corpo. Meno frequente è l’attacco di un calabrone: per arrivare a pungere deve sentirsi davvero in pericolo. Il suo veleno è però molto più potente di quello di una vespa e la sua puntura può essere estremamente dolorosa.

Gli ematofagi

Per quanto riguarda gli animali ematofagi, ogni specie lascia una “traccia” differente: i morsi delle pulci si concentrano solitamente intorno a piedi e gambe, con macchie scure piccole e un gonfiore ridotto; quelli delle cimici dei letti sono generalmente disposti in fila, con punture piccole con lievi protuberanze; i morsi del tafano possono colpire anche attraverso i vestiti e lasciano segni molto evidenti; la zecca rimane conficcata nel corpo ed è fondamentale evitare di staccare soltanto una parte, lasciando testa e bocca nella pelle.

Bisogna dunque fare attenzione a non schiacciarla, per evitare che vengano rilasciati ulteriori liquidi.

I pidocchi

Non vanno infine dimenticati i morsi dei pidocchi, piccoli insetti privi di ali che si nutrono soltanto di sangue umano e vivono sul nostro cuoio capelluto. Non possono saltare e volare, ma passano da una persona all’altra tramite contatto.

Si trovano comunemente nei capelli dietro le orecchie e sulla nuca: i resti delle uova, noti come lendini, sono bianchi e possono essere individuati tra i capelli grazie a dei pettini specifici. Quando l’infestazione è radicata, generalmente nella chioma dei bambini, si può debellare questo fenomeno solamente con uno shampoo specifico e lozioni acquistabili in farmacia.Speciale

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