Il caldo torrido porta con sé un’inevitabile conseguenza, per nulla frenata dai rincari dei costi energetici: l’accensione dell’aria condizionata. I dispositivi di raffreddamento possono creare una situazione “climatica” ideale all’interno della casa, se gestiti con attenzione, ma possono anche rappresentare una potenziale minaccia se usati in maniera non corretta. I condizionatori sono ormai una presenza praticamente fissa all’interno delle case degli italiani e proprio per questo motivo è necessario “maneggiarli con cura” se si vogliono evitare conseguenze spiacevoli per la salute, specialmente in un periodo come questo in cui gli sbalzi di temperatura tra esterni e interni rischiano di mettere a dura prova il nostro organismo.

La guida all’utilizzo

L’organismo, durante i mesi più caldi, è portato a vivere una condizione di malessere di base: il sistema di termoregolazione viene infatti sollecitato più del dovuto, andando a colpire prevalentemente anziani e bambini. Spesso demonizzato, il condizionatore può rappresentare una risorsa preziosa soprattutto per gli over 65: una temperatura non eccessivamente calda consente infatti di prevenire i rischi di eventi cardiovascolatori e respiratori. Deve però essere usato correttamente:
i problemi di salute dovuti a questo dispositivo sono infatti figli di un utilizzo errato e di una mancata manutenzione. La prima minaccia è lo sbalzo termico tra l’ambiente esterno e quello condizionato, oltre che dall’eccessiva secchezza dell’aria deumidificata: l’aria che respiriamo diventa così meno salubre, con perdita del giusto livello di idratazione delle mucose delle alte vie aeree che finiscono anche per essere meno vascolarizzate. Il sistema locale di difesa delle vie respiratorie finisce così per esporci maggiormente a virus e batteri, con conseguenti irritazioni come riniti, faringiti, bronchiti e altre patologie respiratorie. La mancata pulizia dei filtri ci rende invece soggetti a un disturbo di tipo allergico o respiratorio a causa della presenza di acari, polvere o altri allergeni, nonché a una maggiore possibilità di esposizione nei confronti di muffe e batteri.

La legionellosi

Uno dei disturbi più frequenti provocati dall’aria condizionata è la legionellosi, nota anche come malattia del legionario. Si tratta di un’infezione provocata dalla cattiva manutenzione dei dispositivi di raffreddamento dell’aria: una patologia che può rivelarsi estremamente pericolosa per i soggetti più fragili, come gli anziani e i pazienti immunodepressi. Il batterio responsabile della malattia è di solito presente negli ambienti acquatici naturali o artificiali: da qui può poi raggiungere gli impianti idrici e le conduttore. Il contagio avviene respirando l’aerosol contenente la Legionella. Le goccioline più pericolose sono quelle di minori dimensioni, perché possono raggiungere con maggiore facilità le basse vie respiratorie.

Sintomi e diagnosi

Solitamente il disturbo si manifesta come una semplice influenza, con febbre, mal di testa, malessere e brividi. Talvolta possono insorgere anche sintomi come nausea, dolore addominale e diarrea acquosa. Per quanto riguarda l’apparato respiratorio, i sintomi comprendono dispnea, dolore pleurico ed emottisi. I soggetti più a rischio sono quelli più vulnerabili: gli anziani, i pazienti affetti da diabete o broncopneumopatia cronica ostruttiva, chi fuma e gli individui immunocompromessi. La predisposizione alla malattia è strettamente legata, oltre alle caratteristiche personali e al proprio stato di salute, anche all’intensità di esposizione.
In particolare il rischio aumenta in presenza di una quantità maggiore di batteri e per chi li respira per periodi prolungati. Per arrivare a effettuare una diagnosi accurata della patologia, lo specialista deve prelevare un campione di espettorato o di liquido dai polmoni, che viene in seguito analizzato in laboratorio, in modo da identificare con precisione la tipologia di batteri presenti. In alcuni casi, si può ricorrere anche all’esame delle urine, mentre in altre occasioni si ritiene necessario sottoporsi ad una radiografia toracica per verificare l’insorgenza di polmonite.

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