Lo shock termico generato dall’aria condizionata, soprattutto quella di negozi ed esercizi pubblici, colpisce soprattutto alcune categorie di persone. A livello anagrafico, sicuramente bambini e anziani sono quelli che fanno più fatica a gestire la temperatura corporea in seguito a questi cambiamenti repentini. Ma cosa succede al nostro corpo quando si verifica uno shock termico?

La termoregolazione

Quando ci troviamo alle prese con un brusco cambiamento della temperatura esterna, l’organismo risponde attivando quello che è noto come “meccanismo di termoregolazione”: se fa freddo, produce calore attraverso il metabolismo dell’energia proveniente dall’attività muscolare e dall’alimentazione; se fa caldo, disperde il calore attraverso la minzione e il processo di sudorazione. L’obiettivo, in entrambi i casi, è lo stesso: cercare di mantenere la temperatura corporea costante sui 37°C.

Il brivido, per esempio, è uno dei meccanismi conservativi e produttivi del calore: una contrazione involontaria della muscolatura scheletrica che si attiva quando la temperatura ambientale si abbassa a un limite che non può essere compensato altrimenti. Se gli sbalzi sono però troppo bruschi e continui, il meccanismo di regolazione del nostro corpo fatica ad adattarsi, visto che coinvolge diversi apparati vitali come il sistema cardiocircolatorio, quello polmonare, quello nervoso e quello ormonale. Le conseguenze negative di questo tipo di situazione sono a carico principalmente dell’apparato respiratorio: si avranno, quindi, prevalentemente raffreddori e faringiti. A fare ammalare una persona non è il freddo o il caldo eccessivo, ma sono gli sbalzi repentini di temperatura ai quali l’organismo si trova impreparato. La termoregolazione di bambini e anziani, in particolare, è meno efficiente rispetto a quella di un soggetto adulto in piena salute.

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