Il testamento biologico adesso può essere depositato anche al Brotzu. Si scrive Dat, si legge “disposizioni anticipate di trattamento”, significa che in un documento si possono esprimere – in anticipo –  le proprie volontà su trattamenti sanitari, accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche per la fine della vita,  in caso di incapacità futura. 

 Alla base dell'iniziativa c'è la necessità di velocizzare e rendere più efficiente un servizio che di norma dovrebbe essere garantito dagli uffici comunali: nell'Isola 197 comuni su 377 non hanno mai ricevuto una deposizione.

«La struttura aprirà il primo sportello Dat all'interno di un ospedale sardo, servizio già presente in regioni come la Toscana»:  commenta così la direttrice generale del Brotzu, Agnese Foddis, in vista di un convegno dedicato ai problemi etici del fine vita organizzato dal reparto di Anestesia e Rianimazione dell'Arnas.

Un tema a cui verrà data particolare attenzione, così come la legge 219/2017 che permette di consegnare le Dat agli uffici comunali. «Nonostante sia entrata in vigore da sei anni»,  sottolinea Foddis, «sono pochissimi i comuni che hanno registrato una dichiarazione». E conclude: «Ecco perché i nostri medici si fanno promotori dell'apertura di uno sportello al Brotzu».

Il convegno si terrà il 20 aprile al San Michele, dalle 8 alle 17,30, nella sala conferenze “Anna Atza", e si svilupperà in tre sessioni.

La prima dedicata alla legge 219/17, il fine vita e le problematiche etiche in assenza di Dat, la seconda concentrata sull’esperienza della condivisione multidisciplinare dal punto di vista etico e medico, e la terza incentrata sulle Dat e la donazione a cuore fermo.

Un'occasione di confronto, in cui sarà presente il professor Maurizio Mori, componente del Comitato Nazionale di Bioetica, il dottor Mario Riccio, dell'associazione Luca Coscioni, e la dottoressa Donata Lenzi, relatore alla Camera della Legge 219/2017 sulla Dat.

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