Manicure e pedicure, esfoliazione e reidratazione della pelle. E la macchina per scolpire il corpo. Ma guai a parlare di “no tan”: in Sardegna la tintarella continua a farla da padrona.

In fatto di tendenze estetiche, l’estate 2022 ne conferma molte ma ne rivela anche di nuove. Tra queste non fa tuttavia presa quella “di ritorno” del rifiuto categorico dell’abbronzatura, che riporta indietro le lancette di un secolo. «Al contrario, capita che chi lavora, se ha un’ora di tempo, venga a fare la lampada», sottolinea Tanya Molino. «Il solarium è un classico anche ad agosto, soprattutto per chi non riesce ad andare in spiaggia», aggiunge la titolare di Afrodite.

È il centro estetico di Puntaldìa preferito dai vip: da queste parti passano personaggi del cinema e della moda. Ma anche politici. Vedi Tony Blair: in occasione del matrimonio della figlia Kathryn, celebrato a San Teodoro nel 2019, l’ex primo ministro del Regno Unito l’ha accompagnata da Afrodite per la seduta di trucco. Che – nozze a parte – d’estate le donne curano in particolar modo, a partire dai piedi.

«Con sandali e scarpe aperte, sono più esposti», conferma Molino. «Oltre allo smalto semi permanente piace molto la maschera con patch per esfoliare la pelle del piede, che diventa morbidissima». Poi, ci sono i trattamenti per il viso. «Col macchinario coolifting, che riossigena la pelle e la rigenera dopo l’esposizione al sole e stimola il collagene», spiega ancora l’imprenditrice gallurese. Che conclude con una chicca: il trattamento per scolpire i muscoli. «Si tratta di stimolazione elettromagnetica attraverso placche che vengono apposte sul corpo: il risultato è una diminuzione fino al 19 per cento della massa grassa e un aumento del volume muscolare del 16. In pratica il cliente perde due taglie senza andare in palestra».

Un must per i cultori della “vacanza-vacanza”, che trova riscontro dalle parti di Olbia. «I macchinari per il rassodamento e il potenziamento muscolare sono la novità assoluta», esordisce Debora Fiori di Estetica Debora e Antonella. «Per il resto, possiamo cambiare mode e colori ma i trattamenti restano quelli. Da evitare fino a ottobre i trattamenti troppo aggressivi con acidi e dopo l’epilazione l’esposizione diretta ai raggi del sole, fermo restando il consiglio sempre valido dell’uso di creme ad alto fattore di protezione». E da sfatare alcuni falsi miti. «D’estate la pelle del viso ha bisogno di un’idratazione profonda, ok all’acido ialuronico a livello di creme, perché come estetiste non possiamo iniettare nulla, e della pulizia, che a dispetto dei luoghi comuni non porta via l’abbronzatura. Idem la ceretta e il peeling, che asportano solo le cellule morte», spiega la professionista olbiese. Che chiude con le “no tan”: «Ci sono diverse clienti che non si espongono al sole, ma non da oggi, e sono quelle più attente alla depilazione: la tintarella, si sa, camuffa la peluria».

Pone invece l’accento sull’idratazione Martina. «D’estate la pelle è sottoposta a maggiore stress, sole, vento, sabbia, sale, è soggetta a sensibilizzazione, macchie cutanee e arrossamenti», esordisce la collaboratrice di Silvana Biancu, del centro Estetica Silvana di Olbia.«Occorre detossinare, asportare le cellule morte con scrub ed esfolianti, anche in preparazione all’esposizione solare, quindi reidratare profondamente, pure con la vitamina C, che apporta benefici antiossidanti contro l’invecchiamento cutaneo».

Esistono, anche in questo caso, macchinari di ultima generazione, che all’Estetica Silvana non mancano. «Generatori di onde ad alta frequenza che vanno a ossigenare e a cicatrizzare laddove la cute ha subito lesioni, a reintegrare con effetto calmante contro gli arrossamenti, compresi quelli da spremiture acneiche, facendo penetrare meglio i prodotti sulla pelle», spiega ancora Martina. «Il consiglio principe resta quello di proteggersi dal sole. Anche d’inverno, quando si pensa erroneamente che i raggi siano meno dannosi».

Ilenia Giagnoni

***

Il clima pazzo aiuta i virus

I cambiamenti climatici ci stanno rendendo più vulnerabili alle infezioni o sono destinati a farlo nel prossimo futuro. L'impatto del 58% delle malattie infettive note, infatti, sarà aggravato dalle nuove condizioni climatiche a cui sta andando incontro la Terra. È l'allarme contenuto in uno studio della University of Hawaii di Honolulu e pubblicato su Nature Climate Change. E dalla Cina arriva la notizia di un nuovo virus che ha infettato 35 persone. Denominato Langya (LayV) appartiene alla famiglia degli Henipavirus, la stessa a cui fanno capo il virus Hendra e quello Nipah, entrambi con elevata letalità.

I ricercatori che hanno pubblicato su Nature Climate Change hanno scoperto oltre mille dinamiche attraverso cui i cambiamenti climatici possono favorire la diffusione nell'uomo degli agenti patogeni. Il riscaldamento e i cambiamenti nelle precipitazioni, per esempio, possono fare espandere vettori come le zanzare, le zecche, le pulci e quindi le infezioni da essi trasmesse; il riscaldamento a latitudini elevate consente sia ai vettori sia agli agenti patogeni di sopravvivere all'inverno, aggravando le epidemie nelle stagioni calde; temperature elevate, siccità, incendi possono distruggere l'habitat di diverse specie o renderlo inospitale e portare i patogeni più vicini all'uomo.

Fenomeni di questo tipo sono stati lamentati quest'anno: come conseguenza della siccità di portata straordinaria, le zanzare sono state attratte dalle zone popolate dall'uomo dove era garantita la disponibilità di acqua. Non va meglio con le precipitazioni eccezionali: questi eventi possono portare al trabocco di acque reflue e alla trasmissione di agenti infettivi che si trovano in esse.

I ricercatori, poi, sottolineano un'ipotesi estrema, ma non remota: lo scongelamento del permafrost potrebbe rimettere in circolo patogeni congelati da tempo. Quest'ultima circostanza, scrivono i ricercatori, "potrebbe essere considerata un vaso di Pandora", visto il numero potenzialmente elevato di agenti patogeni intrappolati nel ghiaccio nel corso dei millenni e il fatto che molti di essi possono essere sconosciuti al sistema immunitario dell'uomo. I cambiamenti climatici potrebbero inoltre indurre cambiamenti nei microbi: le ondate di calore potrebbero selezionare agenti resistenti al calore. Questi potrebbero essere pericolosi perché capaci di far fronte a una delle principali difese del corpo umano: la febbre.

© Riproduzione riservata