Il Giro sceglie la Sardegna come sede della partenza e nelle tre giornate (e 4 tappe) succede di tutto purtroppo senza le immagini.

Già, perché uno sciopero mortifica il grande investimento della Regione, mettendo la sordina a tre giornate memorabili. Da Olbia a Cagliari, passando per Sassari, il tracciato non sarà il massimo della fantasia ma porta sulla ribalta personaggi degni di grande attenzione.

Il "pied noir"

A Olbia, dopo un giro sui saliscendi della Costa Smeralda, si impone il semisconosciuto francese Philippe Casado, della Z-Peugeot, che veste la maglia rosa. È un "pied-noir", essendo nato da genitori francesi in Marocco ed è legato all'altro vincitore di tappe del Giro in Sardegna, Oreste Magni, da un destino crudele. Dopo 5 vittorie da pro (3 al Tour du Vaucluse 1985, una all'Etoile de Besseges nel 1987) morirà poco giorni prima del 31° compleanno durante una partita di rugby. A Olbia la top 10 è una hall of fame tricolore: ci sono Franco Chioccioli, Gianluca Bortolami, il povero Franco Ballerini, Claudio Chiappucci e poi Davide Cassani e Silvio Martinello, che presto diventeranno protagonisti in quella tv che quel giorno tace.

A mani alzate

La seconda giornata è divisa in due. Di mattina si va da Olbia a Sassari. Franco Chioccioli, detto "Coppino" per la clamorosa somiglianza con il grande Fausto, terzo il giorno prima, ha la sensazione di domare il gruppo ristretto. Alza le braccia e non s'accorge che Gianni Bugno lo sta infilzando proprio sulla fettuccia. Una beffa, ma il toscano salirà sul podio per indossare la maglia rosa. Salvo una giornata (a Sorrento) in cui la cederà a Eric Boyer, non la lascerà più sino a Milano. Nel pomeriggio, Gianluca Pierobon vincerà la crono sassarese di 7 km con 5" su Marino Lejarreta e sullo stesso Chioccioli. Bugno, campione uscente del Giro e dato per favorito, perderà 10" dal vincitore.

La caduta

Il terzo giorno è in programma la Sassari-Cagliari e finalmente sono attesi i velocisti puri. Sono 231 km abbastanza noiosi, un lungo avvicinamento alla volata che viene apparecchiata sotto la scalinata della basilica di Bonaria. Mario Cipollini non è ancora il "Re leone" ma sa come si fa: ha già vinto una volata alla corsa rosa due anni prima, da neoprò, e nel 1990 ne ha aggiunto altre due, compresa quella di Milano. Il suo sprint è irresistibile, il ruvido uzbeko Djamolidine Abdouzhaparov, che cinque anni dopo vincerà un arrivo in senso contrario nello stesso punto al Giro di Sardegna si arrende. Quarto è Adriano Baffi che taglia il traguardo, quarto, e finisce per terra. L'ultima beffa. 

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