A dieci anni dall’ultima volta, il Giro torna nell’Isola e sceglie di partire dalla Riviera del Corallo: la presentazione è un trionfo ma Fabio e in borghese.

Non è facile dire se siano più delusi i tifosi del Cavaliere dei 4 Mori per la sua assenza o lui stesso per non poterci essere, dopo la caduta in Spagna che gli ha conciato male il ginocchio. Dopo due podi e l’assenza nel 2016 per partecipare al Tour, Fabio Aru era il corridore più atteso. Si presenterà lo stesso ad Alghero, di fronte alla folla che gremisce il porto e rende la giornata del vernissage indimenticabile. In carovana pochi hanno dubbi: «La più bella Grande Partenza di sempre», dicono.

Le tre tappe

Il 5 maggio il Giro d’Italia numero 100 parte con Vincenzo Nibali come alfiere italiano (sarà sua l’unica vittoria azzurra di un’edizione che incoronerà il grande rivale di Fabio alla Vuelta 2015, Tom Dumoulin) e con la prima tappa Alghero-Olbia. La volata è sin troppo scontata ma a due chilometri dall’arrivo un austriaco senza paura tenta la sortita: guadagna pochi secondi, si nasconde nelle curve di un finale insidioso è trionfa con 4” sui velocisti. Si chiama Lukas Postlberger, immediatamente ribattezzato il “Postino”, ed è la prima maglia rosa nella storia del suo paese. Caleb Ewan e André Greipel, i battuti, meditano vendetta. La consumerà il tedesco il giorno dopo a Tortolì. Troppo dolce la salita verso Genna Silana per impensierire i velocisti che si presentano compatti allo sprint: il “Gorilla” precede Roberto Ferrari e un gregarione belga di Lovanio. Si chiama Jasper Stuyven, quattro anni dopo si porterà a casa la Milano-Sanremo.

Greipel prende la rosa e la perde nel maestrale. L’arrivo a Cagliari scatena la Quick-Step: Bob Jungel apre i “ventagli” al Poetto e spacca il gruppo. In via Roma arrivano in pochi e il colombiano Fernando Gaviria si prende tappa e maglia. La cederà, come se dovesse sdebitarsi per il lavoro fatto, al compagno lussemburghese due giorni dopo, sull’Etna.

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