Si accende la polemica sulla partecipazione di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo. Il presidente ucraino sarà ospite nella serata finale di sabato 11 febbraio, interverrà in videocollegamento.

Il fronte del no è abbastanza ampio e annovera anche qualche insospettabile come Carlo Calenda: «Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina, ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del presidente di un Paese in guerra», ha twittato il leader di Azione.

«Speriamo che Sanremo rimanga il Festival della canzone italiana e non altro. Avranno fatto le loro valutazioni, quello che spero è che la guerra finisca il prima possibile e che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica», le parole di Matteo Salvini.

Tra gli scettici c’è anche Giuseppe Conte: «Sono stato molto contento quando il presidente Fico ha assunto l'iniziativa di invitare il presidente Zelenski di confrontarsi con il Parlamento italiano per esprimere le sue ragioni e del suo popolo agli italiani – premette il leader M5s -. Invece, non credo francamente che sia così necessario che il presidente Zelenski sia in un contesto leggero come quello di Sanremo».

«A Sanremo – è invece la posizione del sindaco di Firenze Dario Nardella – si è sempre parlato di questioni politiche. La guerra in Ucraina è entrata nelle nostre case, se ne parla a tavola in famiglia, se ne parla con i colleghi di lavoro, è inevitabile che entri anche dentro Sanremo».

«Stupito» dalle polemiche Bruno Vespa. «Non capisco tutto questo rumore per un breve intervento di Zelensky al Festival di Sanremo. Hanno partecipato alte personalità della politica internazionale e sono stati trattati tutti i temi sociali, anche scabrosi e controversi. Zelensky è stato ospite ai festival di Cannes e Venezia, oltre che ai Golden Globes, e mi dispiace questo malanimo nei confronti di un uomo che si sta battendo con straordinario coraggio per salvare la libertà del proprio popolo da una pesantissima aggressione».

Un gruppo di intellettuali ha firmato un manifesto di protesta e annunciato che scenderanno in piazza a Sanremo l’11 febbraio: «Abbiamo appreso con incredulità che interverrà Zelensky, capo di Stato di uno dei due paesi che oggi combattono la sanguinosa guerra del Donbass. Una guerra terribile», scrivono nel documento firmato da Franco Cardini a Carlo Freccero, da Joseph Halevi a Moni Ovadia, da Paolo Cappellini ad Alessandro Di Battista. Una guerra, scrivono ancora, «fomentata da irresponsabili invii di armi e da interessi economici e geostrategici inconfessabili, che ha ragioni complesse, tra cui il fatto che la Nato sia andata ad abbaiare ai confini della Russia (utilizzando le parole di Papa Francesco)».

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata