Il centrodestra unito sceglie Piazza del Popolo a Roma per chiudere la campagna elettorale.

Apre la serata il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, ricordando i meriti dei suoi governi, poi sottolineando come il centrodestra sia "la maggioranza vera del Paese" e che “l'Italia non vuole essere governata dalla sinistra”. Duro con il leader del Pd è Matteo Salvini: "A sinistra insultano, minacciano e fanno grandi viaggi all'estero. Letta, visto che non lo vota nessuno in Italia, è dovuto andare a Berlino a farsi incoraggiare. La prossima settimana lo mandiamo a Parigi".

"Chi sceglie la Lega - aggiunge il suo leader - dà fiducia a un 49enne che è a processo e rischia 15 anni di carcere perché ha bloccato lo sbarco di clandestini: l'ho fatto e non vedo l'ora di tornare a farlo da premier o da umile servitore dello Stato. Vinceremo e governeremo bene per cinque anni".

Gran finale per la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, presentata dall’attore Pino Insegno tra i cori “Giorgia Giorgia”: "Quando è arrivata la democrazia la sinistra ha perso la testa, è una sinistra rabbiosa, violenta che ha il terrore di perdere il suo consolidato sistema di potere". Poi si spinge più in là: "Se gli italiani ci daranno la maggioranza faremo una riforma in senso presidenziale e saremo felici se la sinistra vorrà darci una mano, ma se gli italiani ci daranno i numeri noi lo faremo anche da soli".

Nonostante l’apparente unità è ancora duello tra Lega e Fratelli d'Italia sulla futura eventuale composizione del governo: Meloni annuncia di avere la lista pronta, mentre Salvini chiede collegialità sulle scelte future. E soprattutto la partita per la leadership, per lui, è ancora tutta aperta. Come dice a Porta a porta: "Un governo Meloni? Io penso a un governo Salvini…".

Sul fronte internazionale, da Silvio Berlusconi arriva una inedita lettura delle ragioni che avrebbero portato il Cremlino ad invadere l'Ucraina. "Putin è caduto in una situazione difficile e drammatica. Dico - è il ragionamento dell'ex premier nel salotto di Bruno Vespa - che è caduto perché si è trattata di una missione delle due repubbliche filorusse del Donbass che è andata a Mosca, ha parlato con tutti, con giornali, tv e ministri del partito, sono andati da lui in delegazione dicendo ‘Zelensky ha aumentato gli attacchi delle sue forze contro di noi ed i nostri confini, siamo arrivati a 16mila morti, difendici perché se non lo fai tu non sappiamo dove potremo arrivare’, e Putin è stato spinto ad inventarsi questa operazione speciale". L’ex presidente del Consiglio va anche oltre: "Le truppe dovevano entrare, in una settimana raggiungere Kiev, sostituire con un governo di persone per bene il governo di Zelensky e in una settimana tornare indietro. Invece hanno trovato una resistenza imprevista e poi foraggiata con armi di tutti i tipi dall'Occidente".

(Unioneonline/D)

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