"Tra le tante riforme che abbiamo fatto, una è stata cancellata per responsabilità della burocrazia europea: pare sia illegittimo mettere il canone Rai in bolletta. Io credo nel principio 'pagare meno, pagare tutti'. Con il canone in bolletta, la spesa è passata da 113 euro a 90 euro e gli evasori sono stati costretti a pagare. Mi sembrava una buona idea, voi che dite?". Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nella sua E-News settimanale. 

Il riferimento è alla decisione di separare il pagamento delle bollette dell’elettricità da quello della tassa tv, che invece sotto il suo governo, nel 2016, erano stati accorpati. 

Una scelta dettata dal fatto che l’accorpamento rappresenterebbe un "onere improprio”, non previsto dalla normativa europea. 

La modifica è stata proposta da un ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia (Gruppo Misto), con riferimento al Decreto energia appena approvato alla Camera. 

Una modifica accettata dal Governo dapprima come “raccomandazione” e poi accolta poi accolto “con riformulazione” (dunque senza dunque dover essere posto ai voti) con l’impegno appunto di "adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai".

Paxia ha sottolineato che così si darà "seguito all'impegno che l'Italia aveva con l'Unione europea di scorporare il canone Rai" in quanto – appunto – onere improprio. 

Di qui il rammarico dell’ex premier e di tutto il suo partito. "Chi oggi cavalca la questione – il commento del deputato IV Michele Anzaldi – cerca solo di strizzare l'occhio agli evasori. La conseguenza sarà il rischio di tornare ai tempi in cui pagavano solo gli onesti ma pagavano di più. Se si vuole davvero impegnare il Governo - aggiunge – bisognerebbe chiedergli che garantisca che il canone non verrà in alcun modo aumentato. Io non sono contro il canone ma la maniera in cui troppo spesso la Rai utilizza i soldi del canone. Specie per quanto riguarda l'attualità e l'informazione”.

(Unioneonline/l.f.)

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