Continua lo scontro nell'Aula di Palazzo Madama sulle parole di ieri di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene.

La prima a intervenire a inizio seduta è Raffaella Paita (IV) che vuole «stigmatizzare le parole» usate alla Camera dalla premier. «Quello che è accaduto ieri è grave per la democrazia e per l'Europa - ha detto tra le urla e le proteste dei parlamentari della destra - estrapolare frasi da un manifesto scritto da eroi al confino penso che sia vergognoso. Quanto avvenuto ieri disonora il Paese e non rende giustizia all'Europa e alla Resistenza antifascista. È una brutta pagina».

Critici anche gli interventi di Tino Magni (Avs) e Dario Parrini (Pd), mentre da parte dei senatori di centrodestra si alzano grida di protesta. Quanto avvenuto ieri, incalza Paita, «testimonia qualcosa di recondito nei vostri pensieri» della quale «non vi siete ancora liberati».

«Attaccare il Manifesto di Ventotene - interviene il senatore di Avs Tino Magni - vuol dire rinnegare la storia e le fondamenta della Repubblica». «Il Presidente della Repubblica Mattarella - ricorda Dario Parrini mentre dai banchi del centrodestra infuria la protesta - è andato a Ventotene a portare un fiore a chi è stato al confino per difendere la libertà e quello che è il fondamento della nostra Costituzione».

Anche il capogruppo del M5S Stefano Patuanelli contesta le parole di Meloni osservando come la polemica «sia servita a sviare le divisioni nella maggioranza» con la Lega che ha invitato a non votare il piano di von der Leyen. 

(Unioneonline)

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