Due miliardi non spesi nel 2023 dalla Giunta Solinas. Risorse programmate ma poi non utilizzate che evidenziano, secondo Alessandra Todde, «l’incapacità di spendere le risorse pubbliche per le necessarie soluzioni ai problemi della Sardegna».

Un’incapacità, evidenzia la presidente, che ha arrecato «enormi danni a tutti con i mancati investimenti in sanità, trasporti, servizi, lavoro, politiche sociali e giovanili».

Una lacuna, quella delle risorse non spese, più volte evidenziata dall’attuale maggioranza. Ma oggi, nel corso della riunione della nona Giunta regionale, è emerso il dato preciso approvando il rendiconto di bilancio 2023

«Lo abbiamo approvato entro fine maggio come avevamo promesso», afferma Todde, precisando che il rendiconto evidenzia un avanzo disponibile pari a quasi 531 milioni, in aumento rispetto ai 171 dell’anno precedente. Risorse che «potranno essere riprogrammate dopo la parifica della Corte dei Conti, quindi presumibilmente dopo l’estate».

Ma la spesa non effettuata nel 2023, prosegue l’esponente M5s, «risulta essere ben più elevata se consideriamo anche l’avanzo vincolato, ovvero l’insieme delle risorse programmate ma non utilizzate, che le ultime stime quantificano in circa 2 miliardi».

Una «grave limitazione nell’azione della scorsa legislatura», attacca Todde, ricordando che anche la Corte dei Conti aveva più volte descritto «una limitata capacità di programmazione e di attuazione dei programmi di spesa adottati».

Con la nuova Giunta le cose «cambieranno completamente», annuncia la presidente. «Programmare tempestivamente le risorse, evitare lo spreco di soldi pubblici, rimettere al centro le persone, tutelare i sardi e i loro bisogni e riportare la trasparenza tra chi governa e i cittadini: sono questi i principi al centro della nostra attenzione e della nostra azione di governo».

«Cercheremo di non incorrere negli stessi errori della precedente legislatura», afferma invece l’assessore al Bilancio Giuseppe Meloni, «innanzitutto programmando per tempo le risorse», perché «occorre evitare il più possibile la formazione di avanzi di amministrazione elevati che, come ribadito dalla Corte dei Conti, denotano scarsa capacità di programmazione e che, inoltre, possono essere di difficile riprogrammazione sia per le tempistiche di formazione sia per le tipologie di spesa che possono finanziare. Tutti i fondi disponibili debbono essere spesi nel migliore di modi per il bene della Sardegna».

(Unioneonline/L)

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