Sulla decadenza: l’editoriale di Sergio Zuncheddu
Le prevedibili reazioni di tifoserie contrapposte, e l’unico auspicio: si faccia l’interesse dei sardiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La sentenza del Tribunale di Cagliari sulla decadenza della Presidente della Regione Alessandra Todde ha suscitato le prevedibili reazioni delle tifoserie contrapposte quando fatti rilevanti, irrompendo nel mondo della politica, vengono stiracchiati a destra o a manca secondo l'appartenenza, in vista del dividendo di consenso, sia pure ancora presunto.
Questo giornale non può esimersi dal prendere posizione su una vicenda così importante: si tratta di argomento spinoso e mi sento in dovere di farlo io stesso. E ciò per non lasciare adito a dubbi sulla linea editoriale de L'Unione Sarda.
La protagonista è la Presidente Todde la quale non ha adempiuto all'obbligo, stante il giudicato attuale, di nominare un mandatario, aprire un conto corrente dedicato e rendicontare in trasparenza le spese della sua campagna elettorale, vinta per pochi voti nella primavera dell'anno scorso. Ciò ha determinato le contestazioni mosse dal Collegio regionale di garanzia che per le contraddittorie e carenti risposte fornite ha emesso il provvedimento conclusivo trasmesso al Consiglio Regionale, competente a dichiararne, o meno, la decadenza. La Presidente, supportata da eminenti avvocati, ha strenuamente difeso il suo operato nel ricorso depositato al Tribunale di Cagliari, ricorso tuttavia rigettato con una sentenza esemplare per pacatezza e chiarezza espositive, precisa e severa nello sviluppo, colta in dottrina e in giurisprudenza e implacabile nelle conclusioni. La Presidente ha già annunciato appello e per fortuna si è al momento astenuta dal fare affermazioni offensive nei confronti del Collegio Giudicante, come fece invece in Consiglio Regionale contro il Collegio di Controllo e del suo Presidente.
Le tifoserie si sono scatenate: le une, all'opposizione, dando sponda e fiato a chi ambisce a porre fine alla legislatura e approfittare del ghiotto evento che indebolisce la maggioranza politica e consiliare. Sulle motivazioni circa il vulnus di democrazia, conseguente al fatto che la Presidente intenda reagire appellando la sentenza anziché prendere atto e dimettersi, considerando la legislatura ormai finita, c'è da rilevare che i motivi alti e nobili in difesa della democrazia che ne verrebbe ferita nascondono quelli più prosaici, pur legittimi, di prendere al più presto il posto attualmente occupato dagli altri. Gli altri, i componenti la maggioranza, desiderosi al contrario di completare la legislatura, parlano a loro volta di vulnus democratico che verrebbe a crearsi qualora la volontà popolare fosse tradita da un provvedimento di decadenza; di non applicabilità al Presidente eletto delle norme sulla rendicontazione, valida solo per i consiglieri regionali; di riduzione delle irregolarità riscontrate a mere anomalie formali, al più sanzionabili con una ammenda. Anche tali motivazioni alte e nobili in difesa della democrazia ferita dissimulano ragioni più pratiche, altrettanto legittime, facilmente intuibili e che pressoché tutti conoscono.
In realtà si dimentica che la gente non è ingenua come taluni pensano e che ha memoria lunga e capiente per ricordare. Le scelte fatte dai decisori nazionali e locali sulle sorti degli uni e degli altri schieramenti hanno pesato in campagna elettorale e stanno pesando sulla Sardegna anche oggi, e così sarà purtroppo anche domani e dopodomani, poiché noi sardi siamo usi a non tenere conto degli errori fatti per evitare disincanto e delusione.
Tornando quindi alla questione della decadenza. La Presidente Todde, in assenza della sua volontà di dimettersi e del Consiglio di dichiararla decaduta, ha il diritto di difendersi in tutti i gradi di giudizio e di rimanere in carica per il tempo necessario perché il Giudice, unico soggetto legittimato, possa definitivamente pronunciarsi, come si conviene in una democrazia liberale nella quale il diritto prevale sulla chiacchiera e il giorno del giudizio politico finale è riservato agli elettori.
L'auspicio è che Presidente, Giunta e Consiglio Regionale, pur nell'incertezza sul giudizio finale, operino nel tempo che rimane loro in difesa degli interessi della Sardegna.
Sergio Zuncheddu, Editore L'Unione Sarda