C'è la campagna vaccinale tra le priorità di Mario Draghi non appena prenderà forma il suo governo.

Per l'ex presidente della Bce servono più personale per vaccinare gli italiani, logistica adeguata in tutto il Paese per una somministrazione più rapida, priorità ad insegnanti e personale scolastico, piattaforma digitale e call center per le prenotazioni e per avere in tempo reale l'andamento delle vaccinazioni.

Nella prospettiva di un aumento delle dosi va rivista la logistica, per aumentare la distribuzione nelle regioni, e vanno incrementati i "vaccinatori", magari attingendo ai volontari della Protezione Civile e alla sanità militare per accelerare le somministrazioni.

Una volta insediato, l'ex presidente della Bce troverà comunque sul suo tavolo il nuovo piano del ministero della Salute illustrato oggi alle Regioni che prevede entro la fine di marzo l'arrivo di 14,5 milioni di dosi: 9,1 da Pfizer, 4,165 da Astrazeneca e 1,3 da Moderna. Con la vaccinazione delle prime tre categorie prioritarie (personale socio sanitario, Rsa e anziani over 80, in tutto quasi 6,5 milioni di persone) già avviata e pianificata, si procederà in parallelo su due fronti.

Il siero di Pfizer e Moderna sarà destinato ad oltre 25 milioni e 800 mila italiani: persone estremamente vulnerabili di ogni fascia d'età (chi ha malattie respiratorie o cardiocircolatorie, diabetici e obesi); anziani tra 75 e 79 anni; anziani tra 70 e 74 anni; persone vulnerabili fino a 69 anni; persone tra 55 e 69 anni che non presentano rischi specifici. L'ultima categoria indicata, quella delle persone tra 16 e 55 anni che non presentano rischi specifici - 29.051.793 italiani - sarà vaccinata invece con Astrazeneca, come i 3.894.847 cittadini sotto i 55 anni appartenenti a personale della scuola, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti, soggetti impiegati nei luoghi di comunità e gli altri servizi essenziali.

(Unioneonline/D)
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