Prima l’ora e mezza di colloquio con Mario Draghi, per un passaggio di consegne tra i più lunghi della storia. Poi il primo cdm lampo per formalizzare le cariche dei due vicepremier e del sottosegretario alla presidenza. Ancora, lo studio accurato dei dossier sul tavolo, soprattutto quello sull’energia. E in serata già un esordio, seppure informale, internazionale.

Primo giorno da premier decisamente impegnativo per Giorgia Meloni, che domani alle 11 sarà alla Camera per le dichiarazioni programmatiche, con la fiducia fissata alle 19. Mercoledì il voto in Senato.

Ieri intanto ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron. Un cordiale e proficuo confronto, di oltre un'ora, sintetizza Palazzo Chigi in una nota.

"Nel corso del colloquio, seppur informale, sono stati discussi tutti i principiali dossier europei: la necessità di dare risposte veloci e comuni sul caro energia, il sostegno all'Ucraina, la difficile congiuntura economica, la gestione dei flussi migratori. I presidenti di Italia e Francia hanno convenuto sulla volontà di proseguire con una collaborazione sulle grandi sfide comuni a livello europeo e nel rispetto dei reciproci interessi nazionali", aggiunge il governo italiano.

La questione più importante è quella sul tetto al prezzo del gas, che all'ultimo Consiglio europeo ha allontanato l'asse Parigi-Berlino. Contro la scelta della Germania di andare avanti da sola, con lo scudo da 200 miliardi, peraltro, Meloni si era schierata subito, utilizzando quasi le stesse parole del suo predecessore a Palazzo Chigi. E lo ripete al presidente francese. L'obiettivo del vertice è anche lanciare un segnale di distensione dopo le polemiche a ridosso del voto scatenate dalla ministra francese Laurence Boone ("vigileremo sul rispetto dei valori e dello stato di diritto", aveva detto).

Prima di vedere Macron, Meloni si era confrontata a lungo su tutti questi temi proprio con il presidente del Consiglio uscente, che l'ha accolta sulla scalinata con uno schiocco di mani e un buffetto sulla spalla dopo averle chiesto "come stai?".

La neopremier ammette che l'emozione è forte, posa in favore di fotografi e poi si chiude nello studio del presidente. I due si confrontano faccia a faccia, e sul finale vengono raggiunti da Roberto Garofoli, sottosegretario uscente, e da Alfredo Mantovano, fresco di giuramento. Un'analisi della situazione internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina, e del quadro economico occupano buona parte della prima ora di incontro. Quando entrano i due sottosegretari si passa alle questioni più concrete, sulle misure per contrastare il rincaro delle bollette, sull'attuazione del Pnrr, sulla manovra che il nuovo governo dovrà scrivere in tempi record.

Meloni si mette subito al lavoro: fatte le foto e festeggiato il momento che comunque è storico, come twitta lei stessa, ora bisogna "scrivere il futuro". Ci sono grosse "responsabilità" che attendono l'esecutivo e la situazione "difficile" ma il governo sarà all'altezza delle "emergenze" del Paese. Meloni è consapevole, spiega più di un ministro, che si parte in un clima di "diffidenza" da parte della stampa se non di "ostilità", ma si è detta sicura che "con l'impegno di tutti" l'esecutivo di centrodestra sarà "una sorpresa". 

(Unioneonline/D)

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