Dopo circa quaranta giorni dalla data delle urne del 25 febbraio 2024, la convocazione del Consiglio Regionale, stando al relativo decreto di convocazione, è prevista per il prossimo 9 aprile e segna ufficialmente l’inizio de la XVII Legislatura della Regione Sardegna.

Al di là della solennità del momento, che si articolerà tra il giuramento dei Consiglieri, le comunicazioni della Presidente Todde, il giuramento degli assessori e l’elezione del Presidente del Consiglio Regionale, probabilmente, a creare maggiore aspettativa per il futuro prossimo e venturo dell’Isola e dei suoi abitanti, sarà la percezione concreta dell’annunciato “passaggio alla dimensione dell’operatività” (cit. Presidente Alessandra Todde). Tra i provvedimenti di primario interesse, quelli in materia sanitaria e di continuità territoriale, sembrano apparire dirimenti. E di certo l’individuazione delle criticità appare oltremodo corretta e va affrontata. Tanto più, allorquando, riportando le informazioni fornite di recente dalla Agenzia Ansa, a creare maggiore apprensione sembrerebbe essere la desistenza, da parte di un grosso numero di Sardi, rispetto alla fruizione delle prestazioni sanitarie a cagione della lamentata inefficienza delle strutture pubbliche, dei costi eccessivi di quelle private, e delle liste d'attesa troppo lunghe. Tutte problematiche, queste, da gestire con spirito innovativo e creativo da parte di una Giunta Regionale che si annuncia per essere profondamente riformatrice nel senso fattivo ed empirico del termine.

Verosimilmente, e lo si comprende, potrebbe non essere agevole intervenire con la massima immediatezza ed efficienza, ma pare doveroso intraprendere la via del cambiamento nei termini annunciati dalla neo eletta Presidente. Intanto, perché, probabilmente, l’Isola, nella sua complessità geografica, necessiterebbe di un (rinnovato) progetto di programmazione puntuale ed incisivo dell’assistenza territoriale strictu sensu intesa. Quindi, perché, la crisi del Servizio Sanitario Nazionale non dovrebbe comportare sic et simpliciter la sua abolizione, ma, anzi, dovrebbe determinare la necessita di predisporre interventi in qualche modo straordinari di suo rafforzamento. Inoltre, perché, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, continua a ritenere sempre, e soprattutto dopo il periodo pandemico, la assoluta preponderanza dei sistemi sanitari di carattere universale sul piano della efficienza e della efficacia. Infine, come costantemente osservato da più parti, perché, i sistemi di assistenza sanitaria di carattere privato appaiono, per converso, quali portatori di diseguaglianze e, pertanto, quanto meno percettivamente discorrendo, meno utili per la collettività nel momento in cui l'accesso alle cure non sia parimenti assicurato a tutti i cittadini indistintamente. Dicendolo altrimenti, e forse più chiaramente: non è certo necessario scomodare Lapalisse per comprendere che nel contesto dei sistemi sanitari di rilievo privatistico, la gran parte della popolazione potrebbe restare esclusa dalle prestazioni. Come pure non è necessario scomodare ancora Lapalisse per capire che, essendo la sanità privata da sempre esistita come misura parallela, adempiendo ad una funzione, comunque importante, di carattere complementare, la stessa, ad ogni buon conto, specie in una realtà quale quella Sarda, non può in alcun modo porsi come sostitutiva della sanità pubblica. Per altro verso, e su un piano assai differente, si ripropongono alla attenzione della Presidente Todde le annose problematiche inerenti la cosiddetta continuità territoriale, la quale, invero, avrebbe, come nei fatti ha, la funzione di assicurare il servizio di trasporto, per via aerea o marittima, ai cittadini abitanti in regioni disagiate della nazione. Si tratterebbe, in effetti, di adottare misure utili a determinare la rimozione di ogni e qualsivoglia ostacolo di rilievo economico e sociale che impedisca la piena attuazione del disposto di cui all’articolo 16 della Costituzione relativo al diritto alla cosiddetta mobilità. La Presidente Todde, secondo quanto riporta la stampa locale, ha fatto accenno ad un modello competitivo tra compagnie nei mesi di punta accompagnato da un sistema di aiuti utile a calmierare le tariffe nei momenti di minore domanda. Sembrerebbe trattarsi, e di fatto così è, di un progetto votato alla massima concretezza nel momento contingente, e probabilmente perfezionabile nel prossimo dispiegarsi dell’azione della Giunta Regionale nella sua nuova composizione soggettiva. Infatti, se è vero, come pare essere vero, che con la espressione “continuità territoriale” si intenda denominare la capacità di assicurare collegamenti agevoli alle zone periferiche di un Paese o alle Isole, tuttavia, questa pur avvertita necessità di garantire determinati collegamenti egualitari, rischia di scontrarsi, come nei fatti sembra essere accaduto, con gli interessi economici delle compagnie aeree o marittime che, invero, potrebbero ritrovarsi indotte ad abbandonare le rotte meno remunerative e/o a servirle solo nei periodi di maggiore domanda attraverso la imposizione di prezzi di trasporto particolarmente elevati tendenzialmente diretti ad evitare perdite economiche.

Non sarà forse superfluo allora ricordare come, sul piano normativo, la legge 17 maggio 1999, n. 144, al suo articolo 36 disponga, e proprio a garanzia della continuità territoriale della sola regione Sardegna e delle isole minori della Sicilia in cui siano presenti scali aeroportuali (sulla base del regolamento (CEE) n. 2408/92 del Consiglio, del 23 luglio 1992, ora abrogato e sostituito dal regolamento (CE) n. 1008/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 settembre 2008 ), procedure e contenuti degli oneri di servizio pubblico per i servizi aerei di linea sulle rotte previste dalla citata normativa. Probabilmente da siffatte basi normative occorrerà ripartire per innovare al fine di apprestare una normativa di riferimento quanto più organica e funzionale al divenire dei tempi e delle esigenze.

La Presidente Alessandra Todde, fin dalle sue prime dichiarazioni, appare dotata di forte concretezza e spirito fattivo.

Giuseppina Di Salvatore – Avvocato, Nuoro

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