Il silenzio elettorale al tempo dei social, questo sconosciuto.

Anche oggi la legge che impone lo stop alla campagna elettorale dalle ore 24 del venerdì precedente l'apertura dei seggi è stata violata. Anche approfittando del vulnus di una vecchia legge che risale al 1956 che non è stata aggiornata e che non prevede una normativa precisa sui social network.

Il ministro dell'Interno, che dovrebbe anche essere il controllore del rispetto della normativa, oggi - a urne aperte - ha invitato diverse volte a votare Lega.

"Il treno passa una volta e poi se ne va. In Sardegna oggi voto Lega", ha scritto questa mattina. Dopo un'ora, nuovo appello sui social: "Se pensate anche voi che sia una buona idea ripopolare la Sardegna con gli immigrati (!), come vorrebbe un assessore del PD, oggi votate loro. Per tutti gli altri (urne aperte oggi fino alle 22) c'è solo il voto alla Lega". E poi, in un comizio a Recco (Genova), ha detto: "Oggi vinciamo in Sardegna, ne sono strasicuro. A livello nazionale non cambia niente, andiamo avanti per cinque anni".

E anche nel pomeriggio il leader della Lega ha dispensato sui social altri inviti a votare il suo partito.

Non poche le proteste dall'opposizione. "C’è la regola del silenzio elettorale. C’è la regola che stia al ministro dell’Interno farla rispettare essendo responsabile, nel nome di tutti, della regolarità del voto. Poi c’è la realtà di un ministro che rompe lui stesso, anche oggi, la regola. Sono l’unico a trovare indegno tutto ciò?", ha scritto Enrico Letta sul suo profilo Twitter.

Critico anche il capogruppo di Liberi e Uguali Federico Fornero: "Il ministro è il garante delle leggi che regolano il corretto svolgimento delle competizioni elettorali. Tra di esse vi è lo stop alla campagna elettorale alle ore 24 del venerdì precedente l'apertura dei seggi. Sulla pagina Facebook del ministro anche oggi sono stati pubblicati appelli al voto alla Lega per le elezioni in Sardegna. E quando si è il ministro dell'Interno non ci si può certo nascondere dietro all'assenza di regolamentazione sull'uso dei social media nella legislazione elettorale: il significato del silenzio della propaganda nelle ultime ore dal voto è chiaro ed inequivocabile. Se vuole, Salvini faccia approvare una legge che abroghi il cosiddetto silenzio elettorale, ma fino ad allora lo rispetti come tutti gli altri perché non solo il ministro dell'Interno non è al di sopra delle leggi, ma con il suo comportamento trasmette anche un messaggio altamente diseducativo".

Poi è la volta di Maurizio Martina, che tuttavia inciampa nell'hashtag e il silenzio elettorale lo viola anche lui, invitando a votare per Massimo Zedda. "Anche Salvini oggi viola il silenzio elettorale e se ne frega delle regole. Che vergogna. Deve proprio sentirsi tanto insicuro di quello che fa e che dice per arrivare a tanto- #Sardegna #Zeddapresidente".

Ha parlato anche l'altro vicepremier, senza tuttavia violare il silenzio elettorale. Il suo è solo un invito a recarsi alle urne: "Buon voto a tutti i sardi! Oggi deciderete chi deve governare la regione, ma sono contento che l'affluenza sia in aumento rispetto al 2014. Andate a votare! Così si vince tutti!".

IL COSTITUZIONALISTA - Sul silenzio violato interviene anche il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Flick: "Il divieto di fare campagna elettorale a ridosso delle elezioni c'è e il principio che difende è sempre valido. L'unica cosa è che nel caso di violazioni via social non si possono applicare le sanzioni perché quando la legge è stata scritta i social non esistevano", afferma.

"Il principio sancito dalla legge - prosegue - continua a valere e deve essere rispettato, a maggior ragione dal ministro dell'Interno che è istituzionalmente preposto a garantire la regolarità delle operazioni di voto. Tuttavia non possono esserci sanzioni per chi non rispetta il silenzio sui social, la legge andrebbe adeguata ai tempi".

Il costituzionalista ricorda inoltre le linee guida dell'Agcom per le elezioni politiche del 2018, che parlando di questo divieto affermavano che sarebbe "auspicabile evitare anche sui social ogni forma di propaganda da parte dei soggetti politici".

(Unioneonline/L)
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