È un percorso lungo quello che la legge prevede per l'eventuale processo a un componente di Camera o Senato.

Ed è utile, in queste settimane nelle quali si decide sull'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il caso della nave Diciotti e del presunto sequestro di oltre centro migranti, rispolverare quello che è previsto all'articolo 96 della Carta costituzionale.

Tutto parte dal tribunale dei ministri, una sezione specializzata del tribunale competente per i reati commessi dal premier e dai ministri nell'esercizio delle loro funzioni.

Il tribunale, ricevuti gli atti, ha chiesto - cosa che è sua prerogativa fare - alla Camera competente (il Senato, in questo caso) l'ok per processare il vicepremier.

Ora tocca alla Giunta delle elezioni e immunità del Senato decidere: si comincia con la relazione del presidente della Giunta, Maurizio Gasparri, tra sette giorni Salvini potrà presentarsi, mandare un avvocato oppure produrre una memoria.

Seguirà la proposta del relatore e due settimane di dibattito.

Entro il 22 febbraio i 23 senatori (sette sono i Cinque Stelle) che fanno parte della Giunta dovranno esprimere un parere, che dovrà essere infine ratificato o respinto dall'aula di palazzo Madama entro il 24 marzo.

La Giunta può accogliere la richiesta (e in quel caso solo un ordine del giorno può ribaltare la proposta) oppure rifiutarla, e in quel caso si vota a maggioranza assoluta in Senato.

(Unioneonline/D)
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