Respinta la sfiducia a Toninelli, ma le defezioni grilline fanno scricchiolare la maggioranza
"Per il secondo giorno consecutivo l'asse Lega-grillini non ha la maggioranza assoluta", fa notare GasparriPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il Senato ha bocciato le due mozioni di sfiducia individuale nei confronti del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli.
Un esito scontato: 102 i sì alla sfiducia, 159 i no, 19 gli astenuti. Lega e M5S hanno votato contro la sfiducia, FI e Pd a favore, si sono astenuti i senatori di Fratelli d'Italia.
Tuttavia i numeri si fanno sempre più risicati per i gialloverdi a Palazzo Madama. Lo fa notare un politico navigato come Maurizio Gasparri: "159 voti a favore di Toninelli. Per il secondo giorno consecutivo l'asse Lega-grillini non ha la maggioranza assoluta al Senato. Meditate gente, meditate", scrive in un tweet il senatore di Forza Italia. La maggioranza assoluta è infatti fissata a quota 161, e le defezioni dei dissidenti potrebbero pesare.
Le due mozioni, una del Pd (a firma Marcucci), una di Forza Italia (a firma Bernini), si soffermano in particolare sulla gestione dell'Alta Velocità Torino-Lione.
Nella mozione dei dem si legge che "il ministro avrebbe mentito al Parlamento e al Paese nonché al governo francese e alla Ue, sottoponendo all'attenzione di tutti un'analisi costi-benefici palesemente infondata e ora oggetto di aggiustamenti da parte del premier Conte". Simile la mozione di FI, secondo cui "i comportamenti del ministro stanno bloccando le grandi opere e riducendo la nostra credibilità".
La seduta è stata sospesa quando gli azzurri hanno esposto alcuni cartelli ironici: "Toninelli lo facciamo per te".
"MINISTRO SENZA ONORE" - "Dico sì alla sfiducia a Toninelli. Si deve dimettere ma non per la Tav, perché sono mancati dignità e onore", ha detto il senatore pentastellato Gregorio De Falco, annunciando il suo voto favorevole alle mozioni. "Il ministro ha latitato e dovrebbe dimettersi perché è stato assente dai suoi specifici compiti e ha lasciato la gestione della portualità e le vicende connesse ai naufragi all'incompetenza del ministro Salvini".
TONINELLI - In Aula diversi pentastellati a supportare il ministro. Di Maio, Barbara Lezzi, Fraccaro, lo stesso premier Conte, anche se i principali si sono presentati solo per una manciata di minuti. Assenti invece i ministri della Lega.
"Ho agito in coerenza e trasparenza, la ridiscussione della Tav è un dovere assunto dal governo in Parlamento sin dalla sua nascita, e ribadito testualmente con due distinte mozioni", così si è difeso Toninelli.
(Unioneonline/L)
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