08 dicembre 2016 alle 08:20aggiornato il 08 dicembre 2016 alle 15:06
Province sarde salve dopo il referendumMa vicine al fallimento per i tagli statali
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Vicinissime al default.
Il primo passo, già annunciato ma ancora tutto da costruire, è quello di chiedere allo Stato più o meno 200 milioni di euro.
L’assessore Erriu sarà convocato già la prossima settimana dalla prima Commissione consiliare per affrontare il tema: effetti del referendum sulle Province. Prima destinate alla cancellazione, ora salvate insieme con il Titolo V della Costituzione.
"Il fatto è che oggi gli enti non hanno soldi nemmeno per piangere, dall’anno prossimo non si potranno neppure più pagare gli stipendi, dobbiamo affrontare la questione e capire se la Giunta si sta muovendo per la nuova vertenza entrate", spiega il presidente, Francesco Agus. Dato che erano condannate all’estinzione, le Province sono state spolpate praticamente fino all’osso. Ma ora che il No del referendum costituzionale le ha fatte resuscitare, bisogna “trovare” al più presto i soldi per farle funzionare. Anche perché, oltre alle buste paga, bisogna garantire le funzioni importantissime che devono svolgere: manutenzione di scuole superiori e strade provinciali, e servizi ambientali. E chissà, visto il plebiscito, magari pure rafforzarle.© Riproduzione riservata