Le dimissioni del sindaco e della Giunta di Ottana sono imminenti. Tutto sarà deciso entro questa settimana, con la riunione della maggioranza.

Una clamorosa decisione per protestare contro l'assenza dello Stato e della politica da questo territorio e perché gli amministratori sono impossibilitati a rappresentare i bisogni del paese.

"Dimissioni - dice il sindaco Franco Saba - perché da Roma e Cagliari non sono arrivate risposte per salvare le fabbriche dalla chiusura e per dare riscontro a centinaia di lavoratori e alle famiglie del paese, che non hanno più un minimo di reddito".

Le parole del primo cittadino hanno immediatamente avuto una vasta eco in tutta l'Isola, tanto che il Partito Dei Sardi di Paolo Maninchedda convocherà il suo Direttivo Nazionale a Ottana nei prossimi giorni.

"Chiederemo la partecipazione dei sindaci che hanno piacere e voglia di dire 'Basta' - spiega Maninchedda - quindi iniziare un percorso di competizione politica e istituzionale di forte intensità, costi quel che costi. Mai più un sindaco da solo. Mai più i Sardi divisi".

Maninchedda poi aggiunge: "Da almeno un decennio i sindaci dei paesi amministrano la miseria senza soldi, rappresentano loro malgrado lo Stato italiano che si è voltato da un'altra parte, che impedisce loro di utilizzare gli avanzi di amministrazione, che impone loro il bilancio armonizzato ma non lo applica a se stesso, sono costantemente subordinati dalla Regione al privilegio burocratico ed economico delle città isolane (grande ingiustizia che devasta la Sardegna fino a farla annichilire). Non lasceremo mai solo il sindaco di Ottana. Serve una rivoluzione civile; serve una rivolta istituzionale contro tutti i centralismi che da secoli stanno svuotando i 370 paesi della Sardegna".
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