Dopo otto mesi dall’approvazione alla Camera, nel novembre del 2020, con la calendarizzazione al Senato a partire dal 13 luglio si sblocca il disegno di legge Zan sulle “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.

Dal 1996 si contano 14  tentativi di introdurre anche nel nostro Paese una legge contro l’omotransfobia che lo allineerebbe a gran parte degli Stati europei. Il testo martedì prossimo sarà in Aula, e i partiti si preparano alla discussione generale accapigliandosi come è stato in questi mesi di stallo, con la minacciosa arma dello scrutinio segreto, previsto in Parlamento per i “casi di coscienza” e che potrebbe far aumentare a dismisura i franchi tiratori.

Alessandro Zan, relatore della legge alla Camera che prende così il suo nome, è fiducioso. Quarantasette anni, nato a Padova, si è avvicinato a vent’anni al mondo dell’attivismo Lgbt. Ex assessore al Comune di Padova, è in Parlamento dal 2013, candidato con Sinistra Ecologia e Libertà. Dal 2014 è nel Pd.

Il 13 luglio si va in aula al Senato. Lei ha detto che "incrocia le dita”. Non si dovrebbe arrivare a questo punto un po’ più sicuri sull’esito?

“Dispiace che su quella frase Italia Viva abbia speculato, esattamente come potrebbe fare la Lega. Era una battuta in chiusura sul voto sul calendario di martedì scorso. Voto che dimostra che in Senato i voti per approvare il ddl Zan ci sono. Se le forze politiche, compresa IV, che hanno contribuito a redigere e ad approvare il testo alla Camera rispetteranno i patti e si assumeranno le proprie responsabilità diventerà legge dello Stato”.

Quanto crede nella buona fede del tentativo di mediazione di IV e quanto invece nell'apertura al dialogo della Lega? Esclude l’ipotesi di un “accordo segreto” tra Renzi e Salvini?

“IV è stata fondamentale nel percorso di elaborazione del ddl Zan, con il lavoro importante delle onorevoli Noja e Annibali e con il sostegno della Ministra Bonetti. Per questo non voglio credere che Renzi si sia accordato sulla vita e sulla dignità delle persone con la Lega, che giovedì al Parlamento Europeo ha votato a favore della legge omotransfobica di Orban. Non è una forza credibile”.

Testo Scalfarotto: perché ritenete fondamentale il mantenimento della definizione di identità di genere e ritenete superfluo aggiungere la "piena autonomia scolastica” sulle attività relative alla Giornata contro l’omofobia?

“Identità di genere è un diritto umano tutelato da trattati internazionali e da sentenze della Corte Costituzionale, non è un’astrazione, la cui definizione è consolidata nella giurisprudenza. Nel ddl Zan è uno strumento che si dà alla magistratura per punire crimini d’odio verso i più discriminati tra i discriminati: le persone trans. Punto. Il resto sono fake news diffuse dalla destra. Quanto all’art. 7 è già così, le scuole sono libere di organizzare o meno momenti di sensibilizzazione durante la giornata contro l’omofobia, ovvero il 17 maggio”.

Lega e Forza Italia hanno presentato il ddl Ronzulli-Salvini, che riduce da dieci a tre gli articoli del testo. Che proposta è?

“È un testo irricevibile. Non solo perché elimina le tutele previste dal ddl Zan, ma è anche un attacco alla legge Reale-Mancino. Farebbe fare passi indietro anche nel contrasto all’odio razziale, etnico e religioso”.

 “Ideologia gender nelle scuole” e “reati di opinione”: come risponde a due delle principali critiche al ddl Zan?

“La stessa Meloni, che come un disco rotto parla di gender, non sa cosa sia. La libertà di espressione è sempre garantita. Un conto è dire che una famiglia è fatta da un uomo e una donna, un conto è dire che le persone gay devono bruciare in un forno. Lo capirebbe anche un bambino”.

Quanto tempo ci vorrà adesso perché si raggiunga un epilogo, che sia positivo o negativo?

“Martedì 13 luglio si arriva in Aula con la discussione generale. Vedremo se Lega e FdI continueranno con l’ostruzionismo becero di questi mesi. Deve essere approvata il prima possibile. Non c’è più tempo”.

Ritiene giusto che si ricorra allo scrutinio segreto in questo caso?

“È una opzione prevista dal regolamento parlamentare. Però mi auguro che anche chi si oppone abbia il coraggio di farlo a viso aperto, mettendoci la faccia davanti al Paese.”

Lei siede in Parlamento da otto anni, di leggi contro l’omofobia finite al macero ne ha viste. Cosa c’è di diverso questa volta? 

“In questi mesi abbiamo assistito a una mobilitazione senza precedenti. È chiaro che il Paese vuole questa legge e che la società civile è più avanti di parte del Parlamento che la rappresenta”.

Quanto c’è bisogno in Italia di una legge contro l’omotransfobia?

“Siamo l’ultimo degli Stati fondatori dell’Ue senza una legge e ogni giorno leggiamo di violenze e aggressioni. L’Italia non si può più permettere di perdere questo treno”.

Si è mai sentito discriminato in quanto persona apertamente omosessuale?

“È successo, durante l’adolescenza. Per fortuna mai violenze, come purtroppo capita a molti, ma episodi di bullismo e scherno sì”.

Se questa legge avrà il via libera, il suo nome passerà alla storia…

“Questa legge porta il mio cognome perché sono stato relatore alla Camera, ma il merito sarà di tutte e tutti coloro che stanno lottando per questo traguardo di civiltà. Dentro e fuori dal Parlamento”.

Angelica D’Errico

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