Si moltiplicano le segnalazioni di lettori sardi residenti all'estero che lamentano di aver ricevuto in ritardo la "cartolina" d'avviso del voto regionale del 24 febbraio.

Chi l'ha trovata nella cassetta postale solo pochi giorni prima dell'apertura delle urne, chi il giorno dopo, chi non l'ha proprio ricevuta.

Ma: a cosa serve? Ed è indispensabile per avere il rimborso delle spese di viaggio per chi torna in Sardegna a votare (a differenza delle politiche, infatti, il voto regionale non si può esprimere dall'estero).

Per saperne di più - e dare risposta ai lettori - L'UnioneSarda.it ha interpellato l'Ufficio elettorale della Regione Sardegna e il Dipartimento degli Affari generali della stessa, cercando di ricostruire i passaggi di questo iter amministrativo, senza dubbio tortuoso, macchinoso e per certi versi paradossale.

Ma è la burocrazia, bellezza.

Dunque: circa un mese prima del voto i Comuni forniscono alla Regione l'elenco dei loro cittadini emigrati fuori dall'Italia e iscritti all'Aire.

A quel punto la Regione prepara le cartoline, che altro non sono che una sorta di convocazione dell'elettore, e le manda ai Comuni cui spetta il compito di spedirle ai diretti interessati.

Una spedizione che può avvenire per posta ordinaria o prioritaria e che la Regione rimborserà alle amministrazioni comunali.

Dunque l'invio per posta "accelerata" (prioritaria almeno) potrebbe essere la soluzione migliore. Ma molti Comuni scelgono invece (perché tanto è un mero pro forma? O per non far spendere troppo alla Regione?) la posta ordinaria.

Quindi, alla base dei problemi di ricevimento, possono esserci varie motivazioni: un invio tardivo delle cartoline da parte dei Comuni ai propri cittadini all'estero; l'affrancatura, appunto, ordinaria, che dilata i tempi di consegna; i classici disguidi e disservizi postali, imputabili, a seconda del caso, alla posta italiana o a quelle dei Paesi di residenza di cittadini.

Ad ogni modo, come detto, la cartolina è solo una convocazione ai seggi, con valore puramente formale.

Per questo è lecito porsi la domanda: non si potrebbe utilizzare la posta elettronica certificata per velocizzare le cose?

Sia come sia, i sardi che non hanno ricevuto la cartolina, ma sono rientrati comunque nell'Isola per recarsi ai seggi, avendo appreso del voto da altri canali (amici, parenti, giornali, internet), possono stare tranquilli.

Per ottenere il rimborso, infatti, e lo precisano dall'Ufficio Affari regionali, sono altri i documenti che contano.

Ovvero, come stabilisce la legge regionale 89 del 1984: la tessera elettorale o l'autorizzazione sostitutiva della stessa, vidimata presso la sezione elettorale e attestante l’avvenuta votazione; un documento d'identità; biglietti e carte d’imbarco di andata e ritorno da cui risulti che il viaggio è stato effettuato entro i termini indicati.

Dopo averli presentati al proprio Comune, quest'ultimo si premurerà di inoltrare la richiesta alla Regione.

Quindi, se tutto in regola, arriverà il bonifico di rimborso, con un tetto massimo di 250 euro.

Luigi Barnaba Frigoli

(Unioneonline)
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