Il Movimento Cinquestelle senza "risposte chiare" sui nove punti del documento consegnato al preisdente del Consiglio non potrà più "condividere una responsabilità diretta di governo". Anzi, si sentirà "libero" di votare "su quello che serve al Paese, senza alcuna contropartita politica".

La posizione rilanciata da Giuseppe Conte è prevalente tra i pentastellati, ma divide il Movimento e preannuncia una nuova diaspora, l'ennesima in un partito che ha dimezzato il numero dei parlamentari dal 2018 ad oggi. Il ministro Federico D’Incà ha chiesto una tregua tra Conte e Draghi “per il bene del Paese”, ricordando la necessità che il premier resti al suo posto per non pregiudicare le riforme necessarie ad ottenere gli altri fondi del Pnrr. L’assemblea dei parlamentari pentastellati prevista per oggi prima è stata rinviata di un paio d'ore, poi è saltata. Si terrà lunedì pomeriggio, ulteriore segnale di un partito lacerato.

Sulle sorti del governo Draghi è ancora ottimista Enrico Letta, secondo il quale le condizioni per un Draghi bis con il Movimento 5 Stelle ci possono ancora essere. Ma sui 5 Stelle arriva, direttamente dalla Sardegna, il veto di Lega e Forza Italia: Salvini e Berlusconi si sono incontrati a Villa Certosa e hanno ribadito il no al ritorno dei pentastellati in maggioranza, dicendosi anche pronti al voto.

Mentre si avvicina mercoledì, il "giorno della verità" delle comunicazioni del premier al Parlamento, salgono a mille i sindaci che hanno aderito alla lettera aperta per convincere Mario Draghi a restare al Governo. Tra questi c’è anche il nuorese Andrea Soddu.

E la leader di FdI Giorgia Meloni li attacca: "Mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura". Il primo cittadino di Cagliari Paolo Truzzu, fedele alla linea del partito, non si è associato all’appello dei sindaci definendo l'iniziativa “di parte e contro natura”.

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Di seguito tutti gli aggiornamenti sulla crisi di governo di ora in ora

Financial Times: “L’Italia ha bisogno di Draghi”

"Questa settimana sarà cruciale e non solo per l'Italia. Un vuoto politico a Roma sarebbe l'ennesima distrazione per l'Occidente", che invece ha bisogno di un "partner affidabile e temprato dalla crisi come l'ex presidente della Bce". Così il Financial Times.

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Meloni: “Draghi irrinunciabile? E perché non lo mandarono al Quirinale?”

"La cosa divertente del teatrino di queste ore è che i partiti che si stracciano le vesti perché "Draghi è irrinunciabile", sono gli stessi che gli sbarrarono la strada al Quirinale. Perché? Facile. A loro non frega nulla di Draghi, a loro interessa mandare avanti la legislatura per restare in sella. Draghi al Quirinale non garantiva il loro stipendio, Draghi al governo lo garantisce. La buona notizia è che, a occhio, Mario Draghi lo ha capito. Come al solito, gli unici che hanno dichiarato quello che pensavano, su Draghi e il suo governo, siamo noi di Fratelli d'Italia". Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

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Slitta a domani l’assemblea M5S

Nuovo slittamento nei lavori dell'Assemblea congiunta dei parlamentari del M5s con Giuseppe Conte. A quanto si apprende, la ripresa della riunione è rinviata a domani pomeriggio, lunedì 18 luglio.

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Orlando (Pd): “Campo largo? Presto per trarre conclusioni”

"Io aspetterei a trarre delle conclusioni" su un naufragio del 'campo largo' nel centrosinistra. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, interviene alla festa dell'Unità lombarda, a Melzo (Milano).

"Io mi auguro che la discussione nel M5s - ha aggiunto - che mi sembra complicata e lunga, si chiuda con una considerazione che guardi al fatto che c'è una esigenza di non compromettere l'agenda sociale che loro hanno rivendicato". Per il ministro, "con chi e come lo vedremo quando ci saranno delle risposte vere, e non tattiche, dalle forze politiche".

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Slitta alle 20 l’assemblea M5S

È stata rinviata alle 20 la ripresa dei lavori dell'assemblea congiunta dei parlamentari del M5s con Giuseppe Conte. 

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Salvini-Berlusconi: “M5S inaffidabili, pronti al voto”

"Le nuove dichiarazioni di Giuseppe Conte - contraddistinte da ultimatum e minacce - confermano la rottura di quel "patto di fiducia" richiamato giovedì dal Presidente Mario Draghi e alla base delle sue dimissioni". Lo si legge in una nota congiunta di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. I leader di FI e Lega "con il consueto senso di responsabilità, hanno dunque concordato di attendere l'evoluzione della situazione politica, pronti comunque a sottoporsi anche a brevissima scadenza al giudizio dei cittadini".

Silvio Berlusconi e Matteo Salvini "confermano che sia da escludere la possibilità di governare ulteriormente con i 5 stelle per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità". Lo si legge in una nota congiunta del presidente di Forza Italia del segretario della Lega.

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Assemblea M5S, prevale la linea Conte

Finora, a quanto si apprende, nell'assemblea congiunta dei parlamentari del M5s si sono limitati a una quindicina, su oltre sessanta interventi, quelli in dissenso con la linea del Movimento annunciata ieri dal leader Giuseppe Conti. "Pochi", ammette un deputato che fa parte dell'ala governista del partito, quella secondo cui sarebbe opportuno votare la fiducia al premier Mario Draghi se si sottoponesse a una verifica in Parlamento. In attesa della ripresa dei lavori alle 18, secondo fonti che hanno partecipato all'assemblea, finora la larga maggioranza degli eletti intervenuti si è espressa a favore della linea di Conte.

Fra chi l'ha criticata, oltre al ministro Federico D'Incà, a quanto si apprende ci sono Federica Dieni, Giulia Grillo, Luca Sut, Azzurra Cancelleri, Rosalba Cimino, Vita Martinciglio, Soave Alemanno, Diego De Lorenzis, Niccolò Invidia, Elisabetta Maria Barbuto, Elisa Tripodi, Gabriele Lorenzoni e Celeste D'Arrando. Dal tenore di altri interventi emerge anche che c'è una parte di indecisi.

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Incontro Salvini-Berlusconi a Villa Certosa

Incontro fra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi in Sardegna. A quanto si apprende, il segretario della Lega si trova a Villa Certosa dal leader di Forza Italia. I due ieri si sono sentiti al telefono per analizzare la crisi di governo in corso confermando "piena sintonia".

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D'Incà all’assemblea M5s: “Serve una tregua fra Conte e Draghi”

Nel suo intervento all'assemblea dei parlamentari del M5s, a quanto si apprende, il ministro Federico D'Incà ha chiesto una tregua tra Giuseppe Conte e Mario Draghi, per non mettere in difficoltà l'esecuzione delle riforme collegate al Pnrr e i progetti collegati, per il bene del Paese. D'Incà ha fatto inoltre riferimento alle difficoltà che ci sarebbero nel campo progressista in caso di voto anticipato.

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Lega: “Ha ragione Draghi, il patto di fiducia è finito”

Matteo Salvini farà il punto con i dirigenti della Lega anche oggi pomeriggio. La Lega, spiegano fonti del partito, è sempre più sconcertata dalle polemiche tra Pd e 5 Stelle, anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Giuseppe Conte (con l'ultimatum al premier Draghi) e del dem Andrea Marcucci secondo il quale "l'alleanza con M5S è finita". Vista la situazione, secondo il partito di Salvini è ancora più comprensibile quanto dichiarato giovedì dal Presidente del Consiglio secondo il quale "è venuto meno il patto di fiducia alla base dell'azione di governo".

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Delrio: “Il Paese ha bisogno di Draghi”

"Questa crisi politica rischiano di pagarla i più poveri". Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera l'ex ministro Graziano Delrio (Pd). A pochi mesi dalla scadenza della legislatura "e dopo che Draghi condivide priorità come salario minimo e agenda sociale, mi sembra inspiegabile e ingiustificabile mandare all'aria tutto" spiega. "Il lavoro del presidente è stato eccellente, grazie anche al suo prestigio l'Italia ha cominciato a risollevarsi - aggiunge -. La pandemia non è finita e ci sono da affrontare le emergenze causate dalla guerra in Ucraina. Se lo invitiamo a restare è anche perché in gioco c'è la credibilità internazionale dell'Italia. Questo Paese ha bisogno di Draghi". 

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Gelmini: “La maggioranza non dia condizioni a Draghi”

I partiti "che hanno avuto il senso di responsabilità di far nascere questo governo non dovrebbero porre condizioni ma assicurare un sostegno leale fino in fondo". Lo dice in un'intervista a La Repubblica Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie e capodelegazione di Forza Italia, commentando la richiesta del suo partito e della Lega di continuare con il governo Draghi ma senza i 5S.

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Di Maio: “Conte sta compiendo una vendetta politica”

Se le cose restano come sono oggi "Mario Draghi mercoledì rassegnerà le sue dimissioni davanti al Parlamento. E tra giovedì e venerdì, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglierà le Camere". Lo dice in interviste su La Stampa e Il Messaggero il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "Chi sta provocando la crisi sta regalando il Paese all'estrema destra. In più, sono sicuro che Conte stia compiendo una vendetta politica buttando giù Draghi: ancora non si dà pace per non essere riuscito a restare a Palazzo Chigi".

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Salvini: “Non partecipiamo al teatrino”

"Faremo quello che serve all'Italia e non siamo disposti a partecipare al teatrino di questi giorni in cui le marionette Conte e Di Maio dicono una cosa la mattina e una la sera". Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. "Noi siamo stati leali al governo Draghi per un anno e mezzo, ma io sono leale con i partiti che sono leali con me", ha aggiunto.

(Unioneonline)

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