«C'è una riflessione che deve tenere conto del quadro generale in un clima assolutamente sereno. Non credo che un rinvio a giudizio sia per esso stesso motivo di dimissione». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni prima di salire a bordo del Vespucci a Gedda, in Arabia Saudita. Il riferimento è al caso della ministra al Turismo Santanché e al rinvio a giudizio per falso in bilancio, che potrebbe ora pesare sull’attività dell’esecutivo. Sulla questione la premier ha aggiunto che «penso che stia lavorando ottimamente. La valutazione che semmai va fatta è quanto questo possa impattare sul suo lavoro di ministro. E questo è quello su cui in questo momento non ho le idee chiare». «Penso che la incontrerò, non ho avuto l'occasione perché ho avuto giornate pienissime. Non era una mia priorità rispetto alle cose di cui mi sto occupando».

La presidente del Consiglio ha parlato anche del caso Almasri, il carceriere libico arrestato, rimesso in libertà e rimandato a casa con un volo di Stato nonostante un mandato di cattura della Corte penale internazionale dell'Aja. «È stato liberato su disposizione della Corte d'appello di Roma, non del governo. Quello che il governo fa è espellerlo dal territorio nazionale. Sul tema dell'aereo segnalo che in tutti i casi di detenuti da rimpatriare ritenuti pericolosi non si usano voli di linea anche per la sicurezza dei passeggeri». La prassi descritta – sottolinea Meloni – «è consolidata e non inventata da questo Governo». La Corte dell’Aja chiede chiarimenti? «Li daremo», assicura Meloni, aggiungendo che però «ne chiederemo anche».

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata